Fidatevi: Mark Zuckerberg non solo si presenterà anche davanti al Parlamento europeo per chiarire il «caso di Cambridge Analytica», ma avrà parole d'elogio per la nuova normativa europea sulla privacy che pure comporterà un calo degli utenti attivi di Facebook e degli altri social del gruppo (Instagram, WhatsApp, Messenger).
Se avesse tempo, Zuckerberg andrebbe davanti a tutti i Parlamenti degli Stati del mondo per rispondere del suo operato. E ogni volta apparirebbe un po' impacciato, educato e molto attento a misurare le parole come ha fatto soltanto quindici giorni fa davanti al Congresso americano, quando sembrava il principale colpevole di ogni nefandezza digitale.
Non sta fingendo. Ha chiaro che per far diventare ancora più grande l'impero Facebook deve tranquillizzare gli utenti, i Congressi, le Commissioni, l'America, l'Europa e gli Stati tutti. Per questo tutte le sue società – Facebook, Instagram, WhatsApp, Messenger – saranno sempre più rispettose delle nostre privacy. Ci faranno controllare tutto ciò che socializziamo, facendoci decidere con chi farlo e in che modo farlo. Così noi utenti saremo soddisfatti, i Governi anche e persino le organizzazioni e i commentatori. E i più soddisfatti di tutti saranno gli investitori. Gli stessi che, soltanto 15 giorni fa, mentre le azioni di Facebook andavano a picco, invece di disperarsi hanno aspettato.
Perché se possiedi anche solo una piccola parte di un impero multi miliardario con miliardi di utenti sai benissimo che non basta una tempesta seppure forte per affondare la tua nave gigante.
Persino la campagna #deleteFacebook (cancella Facebook) non ha di fatto avuto effetti significativi. «Gli iscritti attivi a Facebook sono ormai 2,2 miliardi. E nell'ultimo trimestre, gli utenti mensili sono aumentati del 3,1% (in quello precedente "solo" del 2,7%)».
Com'è possibile, visto che tanti volevano abbandonare il social, chiudere il proprio profilo e scappare disgustati? I motivi sono diversi. Cancellarsi è laborioso, le alternative social esistenti non sono così popolari e soprattutto oltre che maledettamente pigri, noi utenti amiamo frequentare i posti dove ci sono le persone. Anche chi dice di odiare la calca, non ama i locali vuoti. E non cambi bar se i tuoi amici continuano a frequentare il vecchio locale.
Anche l'annunciata fuga dei giovani da Facebook c'è stata ma solo in parte. Secondo i dati del report We Are Social resi noti due giorni fa e analizzati da DatamediaHub, «a livello mondiale si assiste effettivamente ad un calo nella fascia 13-17 anni con 2 milioni di donne in meno e 4 milioni di uomini in meno. Nella fascia di età superiore [18 - 24 anni] le donne crescono del 4% mentre gli uomini restano stabili. 6 milioni di persone in meno sono certamente un segnale, ma visto che gli utenti attivi di Facebook tra i 13 ed i 24 anni sono ben 790 milioni, un calo di sei milioni di giovani rappresenta lo 0,75%, ovvero briciole».
Per carità, Facebook rimane un social pieno di difetti e di problemi ma chi sperava andasse in crisi non solo dovrà ricredersi, ma farsi anche una domanda: adesso che Zuckerberg è diventato così «buono» e «collaborativo» con chi ce la prenderemo (per esempio) se non ha gli strumenti per verificare i 16 anni di ogni iscritto a WhatsApp, visto che per comprare una scheda telefonica servono 18 anni e quindi i minori che vi accedono lo fanno col consenso (più o meno informato) dei genitori?
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