Cosa pensa Dio degli uomini? Pensa meglio o peggio di quello che noi pensiamo di noi stessi? Quando Gesù chiede ai suoi discepoli di amare il prossimo come noi stessi, spesso ci dimentichiamo che il nostro primo prossimo siamo noi stessi. Verso i quali a volte manteniamo atteggiamenti di inusitata durezza e mancanza di misericordia. Dio forse la pensa diversamente su di noi rispetto a quello che noi pensiamo. Il dialogo tra due personaggi di Non è un paese per vecchi (Einaudi), romanzo dello statunitense Cormac McCarthy che abbiamo già incontrato, ci dice qualcosa al riguardo: «Ho sempre pensato che quando sarei diventato vecchio, Dio in un modo o nell'altro sarebbe entrato nella mia vita. Ma non è stato così. E non gliene faccio una colpa. Se fossi nei suoi panni la penserei come lui sul mio conto». «Tu non lo sai cosa pensa di te». «Sì che lo so».
Siamo così sicuri di sapere cosa pensa Dio di noi? Jean-Claude Guillebaud, scrittore francese ritornato alla fede da adulto, affermava che una cosa l'aveva sempre colpito: che i giudici credenti non trattano mai l'imputato colpevole come se fosse la sola somma delle sue colpe penali. Ecco, Dio ci guarda così, non mette sulla bilancia tutti i nostri errori, e tira una somma. Ci guarda come un padre. E come un padre ha un cuore grande.
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