Cos'è successo alle foto degli articoli su Facebook
venerdì 17 dicembre 2021
Probabilmente l'avete notato, visto che alcuni di voi fanno parte dei 34 milioni di italiani che hanno un profilo su Facebook: da qualche giorno (esattamente dalla mezzanotte di lunedì 13 dicembre), se condividete un articolo sul vostro profilo social o su quello di un amico o in un gruppo si genera un'anteprima grigia col solo titolo, senza più foto né sommario. E questo vale anche per i link che avete condiviso su Facebook negli ultimi mesi. Se invece andate sulle pagine social ufficiali dei quotidiani, gli articoli pubblicati dalle testate come Avvenire si vedono ancora con la foto ma senza sommario. E se li condividete (per esempio, dalla nostra pagina Facebook) vi basta fare un po' di attenzione per superare (in parte) il problema. Va detto che è un escamotage che funziona almeno per ora e, dai nostri test, con il 95% degli articoli.
Ecco cosa dovete fare. Dopo avere cliccato su «condividi» scegliete (cliccando) l'opzione «condividi nella sezione notizie», vi si apre il post senza foto ma anche un quadrato con la scritta «includi post originale». Basta cliccare sul quadrato per vedere riapparire le foto degli articoli, così da poterli finalmente condividere (quasi) come accadeva prima (anche se i sommari continuano a non vedersi).
Resta la domanda più importante: perché sta accadendo tutto questo? Perché il 14 dicembre è entrato in vigore il decreto (177 dell'8 novembre) di attuazione della direttiva europea sul diritto d'autore (790/2019) che contiene nuove regole sul copyright in Europa che tengono conto anche della fruizione dei contenuti su Internet. Il che ha introdotto un principio importante: le piattaforme che fanno traffico anche grazie ai contenuti degli editori, devono pagarli. Il problema, come potete immaginare, riguarda soprattutto «quanto».
In Italia la palla passa ora al Garante delle comunicazioni (Agcom), che ha tempo fino al 12 febbraio per stabilire i criteri con i quali andrà calcolato il compenso che andrà agli editori ogni volta che un loro contenuto o una parte di esso apparirà sui social network e i motori di ricerca. Difficile dire se i giganti digitali accetteranno le nuove tariffe. Una cosa appare però già chiara: con la sua mossa Facebook non solo ha dribblato (per ora) la direttiva ma punta anche a dimostrare agli editori quanto il suo social pesi sul traffico digitale delle testate giornalistiche. Nel nostro caso pesa molto meno di quello che potete pensare. Anche se resta uno strumento importante per far circolare i nostri contenuti, raggiungendo anche persone che non ci conoscono ancora o lettori occasionali. Diverso è invece il peso che ha per le testate solo digitali.
La partita è seria e complessa. E per i quotidiani sarà gestita dalla Fieg, cioè dalla Federazione degli editori di giornali. E tutti gli altri? Nell'attesa del pronunciamento del Garante delle comunicazioni possono cedere gratuitamente (fino alla decisione) il copyright sui propri contenuti alle piattaforme. Ecco spiegato perché (forse) vedete e vedrete sempre di più la condivisione di alcuni articoli di alcune testate come se non fosse successo nulla, mentre quelli dei quotidiani potrebbero per un po' avere bisogno del vostro aiuto per circolare nel migliore dei modi. Ricordate? Dovete cliccare su «condividi» e poi su «condividi nella sezione notizie» e poi sul quadrato accanto alla scritta «includi post originale». Lo so: è una scocciatura in più, ma vale tanto.
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