Con le note di Tomkins & Gibbons nelle chiese inglesi del XVII secolo
domenica 27 giugno 2004
I due progetti discografici che l'ensemble di viole da gamba Fretwork, insieme con differenti compagini vocali, ha realizzato per l'etichetta Harmonia Mundi (distribuita da Ducale) si possono paragonare ad altrettante "istantanee" sonore che, come al grandangolo, aprono un'ampia veduta prospettica sul panorama musicale religioso nell'Inghilterra della prima metà del XVII secolo; uno sguardo d'insieme che trova il proprio punto d'osservazione privilegiato nelle principali tappe evolutive dell'Anthem anglicano, una forma compositiva corale su testo in lingua inglese, nata inizialmente come risposta al mottetto cattolico "a cappella" ma poi sviluppatasi secondo caratteri autonomi e peculiari. Nel cd intitolato Above the starrs troviamo affiancate alcune delle opere più significative di Thomas Tomkins (1572-1656), allievo dell'illustre William Byrd, nonché organista e Master of the Choristers nella cattedrale di Worcester; all'interno della sua monumentale raccolta Musica Deo Sacra, la scelta è ricaduta su alcuni ammirevoli Verse Anthems, brani con accompagnamento strumentale che prevedevano l'alternanza tra sezioni corali e parti solistiche (qui affidate a cantanti di prim'ordine come il soprano Emma Kirkby o il tenore Charles Daniels). L'album With a Merrie Noise è invece interamente dedicato alla figura di Orlando Gibbons (1583-1625), organista nell'abbazia di Westminster e Gentleman of the Chapel Royal ai tempi di re Giacomo I; una ricca selezione di Full & Consort Anthems e di brani scritti per l'Ufficio liturgico (Te Deum, Jubilate, Magnificat e Nunc dimittis) ci viene proposta, tra gli altri, dal controtenore Rogers Covey-Crump e dal blasonato Coro del Magdalen College di Oxford, istituito nel lontano 1480. è il trionfo di una dimensione maggiormente intimistica dell'arte del contrappunto, svelata quasi a lume di candela; dove l'intreccio polifonico delle voci umane si stempera delicatamente nelle vellutate trame sonore affidate alle viole da gamba, che con il loro timbro caldo e avvolgente impreziosiscono il carattere solenne e meditativo di queste composizioni. Risvegliando gli ultimi bagliori dell'antica musica sacra anglicana, prima dell'irruzione sulla scena del genio creativo di Henry Purcell, l'"Orfeo britannico".
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