sabato 6 febbraio 2021
Marian McQuade era una donna statunitense che, per oltre vent'anni, fu impegnata nella Commissione della Virginia occidentale per l'assistenza domiciliare agli anziani. Fu lei all'inizio degli anni Settanta del Novecento ad avere l'idea di una festa dedicata ai nonni, poi istituita a livello nazionale dal presidente Usa Jimmy Carter nel 1978. Contrariamente a quanto si pensa, a spingerla verso quella iniziativa non fu tanto il fatto di essere lei stessa, Marion, nonna di quaranta nipoti, regalati dai suoi quindici figli, quanto proprio la sua esperienza nella Commissione, e la constatazione di come la condizione degli anziani si stesse deteriorando all'interno della sempre più competitiva e alienante società americana. Dagli Stati Uniti la Festa dei Nonni si sarebbe poi diffusa negli anni successivi in gran parte del mondo (arrivando anche in Italia nel 2005, con celebrazione il 2 ottobre), facendo da apripista alla Giornata internazionale dedicata dalle Nazioni Unite alle persone anziane, arrivata nel 1990. Ma si sa come vanno le cose: sulle ragioni autentiche della festa hanno finito per prevalere gli interessi commerciali di un'economia sempre pronta a lucrare su tutto, trasformando ogni celebrazione in un'occasione per fare un regalo a qualcuno. E questo mentre gli anziani vivono una condizione di emarginazione sempre più marcata.
Nell'ultimo anno il Covid ha soltanto amplificato – e posto in primo piano, sotto gli occhi di tutti – una situazione purtroppo esistente da decenni, fatta di abbandoni e vere e proprie reclusioni di vecchi divenuti per le famiglie fastidiosi, ingombranti, magari ricoverati in ospedale all'inizio delle vacanze e lì dimenticati. Tutte realtà tristemente note e ricorrenti, sulle quali il magistero dei Papi – soprattutto dalla Lettera agli Anziani di Giovanni Paolo II nel 1989 – è ripetutamente intervenuto, non solo denunciando lo scandalo di questa deriva sociale ma anche e soprattutto mettendo in risalto l'incalcolabile valore che nonni e anziani hanno nella convivenza, e quanto siano preziosi per la formazione delle giovani generazioni. Un magistero insistente, oggi divenuto uno dei pilastri del pontificato di Francesco, che innumerevoli volte ha additato la questione degli anziani come una delle conseguenze principali di quella "cultura dello scarto" che è il cancro principale della società, soprattutto di quella occidentale.
Il magistero oggi marca un ulteriore passo in avanti con l'istituzione, annunciata domenica scorsa all'Angelus da Bergoglio, della Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, che si festeggerà in tutta la Chiesa nella quarta domenica di luglio, a ridosso della festa dei nonni di Gesù, Gioacchino e Anna. «La vecchiaia – ha detto Francesco – è un dono e i nonni sono l'anello di congiunzione tra le diverse generazioni per trasmettere ai giovani l'esperienza di vita e di fede. I nonni tante volte sono dimenticati, e noi dimentichiamo questa ricchezza di custodire le radici e trasmettere. Per questo ho deciso di istituire la Giornata mondiale dei nonni e degli anziani che si terrà in tutta la Chiesa ogni anno la quarta domenica di luglio in prossimità della ricorrenza dei santi Gioacchino e Anna, nonni di Gesù. È importante che i nonni incontrino i nipoti e i nipoti si incontrino con i nonni perché, come dice il profeta Gioele, i nonni davanti ai nipoti sogneranno e i giovani, prendendo forza dai nonni, andranno avanti, profetizzeranno». Un'importanza che, soprattutto i cristiani, non devono mai dimenticare. Invertendo una rotta suicida, prima che sia troppo tardi.
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