Ho trovato molto significativa la testimonianza offerta da Cristina Zenoni, autrice del blog “Stile di vita di una folle donna cattolica”, nella lunga “lettera a Gesù” che ha postato lo scorso 23 dicembre ( bit.ly/3i0ggD7 ). Il blog è aperto dal 2013 e conta finora 258mila visualizzazioni: un piccolo arbusto, nella sterminata foresta dell’infosfera ecclesiale, ma ben curato. Ci sono anche un gruppo Facebook privato (mille membri), un account Instagram (ultimamente il più attivo), un canale YouTube... tutti a riflettere una precisa intenzione: condividere, scrive l’autrice, «il mio essere cattolica a 360°, per cui diventa non solo una religione ma uno stile di vita vero e proprio». Ciò che in genere si concretizza in consigli e appunti di vita quotidiana, spirituale e no, di cui in questa rubrica ho a suo tempo riferito. L’ultimo post del blog si distingue perché, attraverso i «doni» che chiede a Gesù per Natale, contiene altrettante sottolineature di quel che l’autrice non è, o meglio: dice di non riuscire a essere. Dalla perduta vena ironica che le dava «l'impressione di affrontare le situazioni con fede», al desiderio di rallentare «perché non si vive a pieno se si fanno tantissime cose, ma se si fanno le cose giuste al meglio», all’aspirazione ad avere una fede più salda, «di quelle che hanno la soluzione per tutto e tutti e che certe volte ti fanno sentire un po' una fallita perché in realtà tu, di dubbi e domande ne hai a bizzeffe...», e ad avere «più coraggio, quel coraggio sano che ti porta a metterti totalmente a disposizione» del Signore. Dal timore a portare avanti i progetti che ha nel cuore perché «non serviranno a nessuno» al troppo peso dato «ai giudizi degli altri», alla convinzione di non essere «mai abbastanza brava» come moglie e come madre, pur avvertendo che questa è la sua vocazione, e al «sentirsi di troppo con gli altri», «inadatta all'amicizia», «come se non avessi nulla da dare…». Una confessione a tutto tondo in cui, onestamente, ciascuna cristiana e ciascun cristiano – come confermano anche buona parte dei commenti su Instagram ( bit.ly/3WwNGs7 ) – possono riconoscersi. Ricavando un po’ di conforto dal sapere che lo schermo del computer dietro al quale questa “folle donna cattolica” ha trovato, per il momento, il suo posto non vela le fragilità del suo cammino.
© riproduzione riservata
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: