È facile immaginare che il mondo delle collaborazioni, a progetto o coordinate e continuative, sia ora in attesa che venga applicata, tempestivamente ed integralmente, la riforma del mercato del lavoro recentemente approvata dal Senato.Tra i numerosi decreti delegati che il governo dovrà emanare per realizzare i vari aspetti della riforma, è previsto un provvedimento che stabilisca, anche in via sperimentale, un compenso orario minimo per i lavori dipendenti, nonché per i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa. Non vi sono leggi, infatti, che prevedano livelli minimi di retribuzione per i collaboratori, salvo quelli ricavabili dagli inquadramenti secondo i contratti nazionali dei diversi settori lavorativi. Tuttavia le attuali forme di collaborazione dovranno essere riviste, se non addirittura abolite, lasciando in piedi solo le vere collaborazioni fatte per le esigenze professionali dei lavoratori e per quelle delle aziende, come i lavori stagionali ecc. Un taglio netto quindi alle collaborazioni che nascondono abusi e che provocano precariato.Contributi. Secondo le rilevazioni dell’Inps per il 2013 sugli iscritti alla Gestione separata, i redditi dei collaboratori sfiorano a mala pena livelli di sussistenza: 13.800 euro per gli uomini e 7.000 euro per le donne, mediamente tutti sotto i mille euro al mese. Il vantaggio di un compenso minimo inderogabile, e con effetti anche sulle retribuzioni superiori, sarà in parte assorbito dall’aumento dei contributi Inps già previsto dal decreto Sviluppo del 2012. L’assicurazione nella Gestione separata Inps richiede oggi questi versamenti: a) il 28,72% per i collaboratori puri e gli assimilati senza altre assicurazioni; b) il 22% per i collaboratori già pensionati oppure iscritti obbligatori ad altra forma pensionistica; c) il 27,72% per i collaboratori con partita Iva e i liberi professionisti senza cassa di previdenza; d) il 22% per professionisti pensionati o già assicurati. Dal 2015 il 28,72% aumenterà al 30,72% (31,72% nel 2016) mentre l’aliquota ridotta del 22% salirà al 23,50% (24% nel 2016).Riforma fiscale. Penalizzati più di altri saranno nel 2015 gli iscritti alla Gestione separata nella posizione di liberi professionisti "minimi" e senza cassa di previdenza. Si tratta di una categoria che è tutelata dal fisco con un’imposta Irpef sostitutiva del 5%, allo scopo di favorire nei primi anni la crescita di nuove imprese, che hanno redditi ridotti e non oltre i 30 mila euro. La prossima riforma fiscale, pur in cambio di alcune agevolazioni, prevede un’Irpef aumentata dal 5 al 15%, quindi tasse triplicate con l’aggiunta dell’Inps.
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