Anche se modico importo, è in arrivo un aumento straordinario sulle pensioni dei sacerdoti (Inps Fondo Clero) e dei docenti di religione ora in pensione (Inps-Gestione pubblica). L’Istituto di previdenza paga in anticipo un conguaglio che, secondo le procedure, doveva essere inserito nella rata di gennaio 2024. Si tratta di una coda dell’inflazione, stimata a gennaio scorso del 7,3%, e dell’indice definitivo dello 8,1 %, che impone una differenza a credito dello 0,8 %.
Per sostenere il potere di acquisto delle pensioni nelle attuali difficoltà delle famiglie, si era previsto di anticipare questo conguaglio ora, sulla rata di novembre e con gli arretrati da gennaio 2023. Ma l’Inps ha fatto valere il consistente impatto di questa operazione sulle procedure informatiche di calcolo per 18 milioni di pensioni, e che a ruota dovranno impostare la complessa rata di dicembre con la tredicesima e altre voci (quattordicesima mensilità, importo aggiuntivo ecc.), e ricominciare infine con la rivalutazione annuale di gennaio 2024 con i conguagli fiscali sul 2023. Decisamente troppo anche per le potenzialità dell’Istituto di previdenza.
Di conseguenza, come stabilito dal “decreto Anticipi” varato la scorsa settimana, il conguaglio dello 0,8% sarà inserito direttamente nella rata di dicembre con gli arretrati, ferme restando tutte le altre voci spettanti nel mese. L’effettivo aumento a conguaglio si può calcolare per le pensioni clero in circa 5 euro su base mensile (lo 0,8% su una pensione media di 600 euro) e quindi in 65 euro per l’intero anno, che vanno ad aggiungersi alla rata corrente di dicembre e tredicesima. Analogamente per una pensione da insegnamento di 1.200 euro il conguaglio raddoppia, rispettivamente a 10 euro sul mese e a 130 euro sull’anno.
A fronte di tutte queste operazioni, lo stesso decreto Aiuti ha stabilito di rinviare al prossimo anno la restituzione all’Inps di eventuali debiti derivanti dalle periodiche verifiche dei redditi che incidono sui trattamenti di pensione.
Non va dimenticato che le pensioni, oltre la no tax area di 8.500 euro, scontano le ritenute fiscali e le addizionali regionali e comunali. Essendo queste differenziate in diverse Regioni e in molti Comuni, si verifica che, a parità di importo lordo, la pensione netta sarà diversa in relazione alla località di residenza del sacerdote.
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