Tra le categorie, del tutto arbitrarie, che mi sono creato per classificare l'informazione ecclesiale che scorro ogni giorno ce n'è una che ho chiamato "Chiesa che serve", e che raccoglie ogni notizia nella quale un'istituzione religiosa è colta nell'esercizio della carità.
Non ho avuto dubbi nel collocare in questa categoria la notizia, letta tramite "Vatican Insider" ( tinyurl.com/j59lgh4 ) e riportata anche, oltre che dai media locali, dal Tg3, che nella diocesi di Ivrea, oggi, vengono rese disponibili ai carabinieri le chiese (15), negli orari intorno alle Messe, per dare indicazioni ai presenti, soprattutto agli anziani, su come difendersi dalle truffe e dai raggiri, dei quali sono così spesso vittime. Neanche il vescovo di Ivrea, monsignor Cerrato, ha avuto dubbi: «È un'azione caritatevole che condivido in pieno», ha commentato. Egli stesso sarà presente in Duomo, alla messa delle 18, accanto al comandante dei carabinieri.
Gli anziani sono a ogni titolo tra i deboli delle nostre società e la loro è una "periferia" frequentata malvolentieri. Se non per trarne profitti: leciti, se si tratta di assistenza, ma anche illeciti, se si tratta, con inganni e violenze, di portar loro via qualche bene, generando un grande danno psicologico oltre che un piccolo danno materiale. Bello che la Chiesa si presti a difenderli anche da questi nemici, oltre che dalla solitudine e, con le sue opere, dalle necessità materiali. Bello anche che, a colpo sicuro, i carabinieri sappiano che a Messa ne potranno incontrare tanti e, grazie anche alla mediazione del parroco, farsi ascoltare e capire.
Voglio però aggiungere, per non trascurare il risvolto di sociologia della religione che la notizia contiene, che aspetto con ansia di leggere che la polizia di un'altra provincia italiana ha scelto lo stesso sistema per prevenire i giovani dal consumo di sostanze, e la guardia di finanza in un'altra provincia ancora per prevenire gli adulti dall'azzardopatia. Insomma: di leggere che a Messa non ci vanno solo gli anziani...
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