Uno sguardo dell'Inps sui phon center e sugli Internet point, i negozi di telefonia che consentono l'accesso pubblico alla Rete e, soprattutto per gli extracomunitari, di telefonare ai familiari all'estero a tariffe agevolate. La gestione di queste particolari strutture commerciali è soggetta a precise condizioni e requisiti stabiliti dal «Codice delle comunicazioni elettroniche». Ciò non ha impedito una loro diffusione tumultuosa, stimata oggi in circa 8mila esercizi attivi in tutte le Regioni, a fronte dei 2mila 400 secondo una ricerca di cinque anni fa.
L'interesse della previdenza per i phone center e strutture assimilate, che tra l'altro assorbono una quantità sempre maggiore di dipendenti e di manodopera, è iniziato sin da quando lo sviluppo dei mezzi e delle vie di comunicazione ha richiesto una immediata attenzione a questo nuovo settore di mercato.
All'interno delle classificazioni previdenziali, la gestione dei phone center e degli Internet point è stata sin dall'inizio inserita fra le diverse attività del «settore terziario». In questo settore rientra sia il terziario tradizionale dei servizi commerciali sia il terziario avanzato dei servizi che utilizzano i sistemi di informazione e telecomunicazione ed i sistemi telematici.
Per superare differenti interpretazioni dei suoi uffici periferici, l'Inps ha ora stabilito di attribuire definitivamente i phone center al settore terziario, con il codice Ateco 2007 61.90.20. L'Istituto precisa inoltre che queste strutture non possono rientrare fra i servizi di telecomunicazioni che, essendo caratterizzati dall'utilizzo generale e quotidiano, si differenziano da tutti gli altri servizi ad utenza non «universalizzata». Inoltre, i titolari e i soci delle imprese che svolgono, in forma abituale e prevalente, le attività di servizi, anche integrati, di phone center e di Internet point sono tenuti a iscriversi alla gestione previdenziale dei commercianti (legge 662/1996). Otto volte su dieci i gestori sono immigrati, per la maggior parte provenienti dal Marocco, seguiti dai senegalesi e dai latino americani. Una classifica, tuttavia, che non tiene conto degli ultimi ingressi nell'Unione Europea. A sua volta, la provenienza degli utenti tende a rispecchiare la classifica dei gestori.
Contributi 2008. I versamenti dei contributi dei lavoratori autonomi per il 2008 raggiungono l'aliquota massima del 20% (come stabilito dalla finanziaria dello scorso anno), con una punta del 21% sulla quota del reddito di impresa che superi, per quest'anno, i 40.765 euro. Ai commercianti si applica lo 0,90% in più per la «rottamazione negozi». Le stesse aliquote scendono rispettivamente al 17% e al 18% per i coadiuvanti ed i coadiutori con età inferiore a 21 anni.
Il prossimo 16 maggio scade il pagamento della prima rata del 2008 relativa ai contributi fissi sul reddito minimo di 40.765 euro, valido sia per gli artigiani sia per i commercianti e per qualsiasi fascia di età.
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