sabato 16 marzo 2024
In viale Marche a Milano alle 13 il traffico rallenta: da un liceo escono centinaia di studenti. Ferma in colonna in auto li osservo: hanno sulla faccia esattamente l’aria di liberazione che avevo io, all’uscita da scuola: sventata l’interrogazione di chimica, per quel giorno ero salva. Nonostante il freddo oggi c’è il sole, e loro hanno sedici anni. Guardo le lunghe chiome delle ragazze. I crocchi di amici si formano e si sciolgono, con chi studi oggi? Ci vediamo stasera? Mi resta negli occhi una ragazzina bruna con un giubbotto di pelle nera, carina, le mani in tasca, l’aria furba. Una compagna le domanda: che fai oggi? Lei sorride come una bambina, mentre riparto al semaforo verde colgo che risponde, allegra: «E chi lo sa?». Chi lo sa. Questo sole di fine inverno ha già tutta un’altra luce, e a tratti pure nel freddo porta un odore, quasi, di primavera.
Chi lo sa? Magari in centro, per negozi, o magari mi chiama quel compagno biondo. È una pagina bianca a quell’età ogni giorno, tutto può essere, tutto è ancora da scrivere. Dicono che i figli sono molto cambiati. Però la ragazzina fuori da questo liceo, quanto somiglia a quella che io ero. Hanno smartphone, web e una libertà che noi non avevamo. Eppure, nei tratti di chi da poco è uscito dall’infanzia leggi ancora un’attesa come inconscia: di amore, di felicità. Tutto può incominciare, magari oggi - chi lo sa. © riproduzione riservata
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