Mi viene la curiosità di verificare, nell'ambiente digital-ecclesiale nel quale abitualmente mi aggiro, quale siano i siti e blog che hanno dedicato più pagine, in proporzione alle loro dimensioni naturalmente, alla notizia dell'assegnazione del premio Nobel a Bob Dylan. Giro il quesito ai miei robot e il risultato è: il sito di Famiglia Cristiana e il blog «di taglio ecumenico» (e perciò con contenuti spesso attinti dal Monastero di Bose) Alzo gli occhi verso il cielo. Quella di Famiglia Cristiana ( tinyurl.com/ho34utg ) è un'autentica esplorazione a 360 gradi, architettata "come web comanda", col centro in un ampio e documentato pezzo di Alberto Chiara su «Dylan e i cattolici» e il compasso che si allarga fino al rapporto canzone d'autore-letteratura.Alzo gli occhi, dal canto suo, mette a segno due ripescaggi niente male: un articolo de Il Sole24 Ore del 2011 ( tinyurl.com/he2ttam ), nel quale il cardinal Ravasi "coinvolge" Bob Dylan in una recensione su sant'Agostino (nel 1968 gli dedicò una canzone), e un altro di Brunetto Salvarani ( tinyurl.com/zgvk5hg ), che – facendo onore all'etichetta di "teologo pop" – mostra la presenza in forze del codice biblico, specie anticotestamentario, nei testi del cantautore.In queste e in molte altre fonti non poteva mancare la memoria della partecipazione di Bob Dylan alla veglia-spettacolo del 27 settembre 1997, nelle giornate conclusive del Congresso eucaristico nazionale di Bologna e al cospetto di Giovanni Paolo II. Quella serata e in particolare quell'inedito accoppiamento furono la strada che l'allora provicario generale monsignor Vecchi, oggi vescovo ausiliare emerito, imboccò con convinzione, vincendo le resistenze sia dell'arcivescovo cardinal Biffi, sia della Santa Sede perché l'evento del Congresso ottenesse, sui media, una visibilità altrimenti difficile da guadagnare. Col senno di poi, possiamo aggiungere che chi era presente (o davanti alla tv) ebbe in effetti il privilegio di vedere un premio Nobel stringere la mano a un Santo: non è cosa di tutti i giorni.
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