«La Rai Radiotelevisione italiana inizia oggi il suo regolare servizio di trasmissioni televisive». Quante volte in questi ultimi mesi abbiamo sentito e visto questo annuncio con il quale la mattina del 3 gennaio 1954 si dava il via alle trasmissioni del Programma Nazionale. Da qui è partito anche Cento anni di notizie, in onda il sabato alle 16,30 su Rai 3, che oltre ai settant’anni della televisione celebra, appunto, il secolo della radio nata il 6 ottobre 1924. Ma Cento anni di notizie, condotto da Incoronata Boccia che lo firma insieme ad altri, non è solo un programma celebrativo, è un modo di rileggere la storia di un secolo attraverso la radio e soprattutto la televisione, oltre ad analizzare l’evoluzione di questi due mezzi di comunicazione che hanno segnato e modificato profondamente la nostra vita. Non a caso Paolo Mieli, ospite della prima puntata il 16 marzo, anniversario del rapimento di Aldo Moro e dell’uccisione degli uomini della scorta, spiega che «da quella mattina la televisione comincia a entrare nelle nostre case ventiquattr’ore su ventiquattro», ma anche di come sia cambiato il linguaggio del giornalismo radiotelevisivo da quel giorno a oggi. Per fare questo la conduttrice dialoga in studio con un ospite diverso per ogni puntata, accompagnata dalle immagini di telegiornali, inchieste e grandi dirette che hanno formato l’immaginario collettivo degli italiani. La seconda delle sei puntate previste, sabato scorso, è stata infatti dedicata, con Bruno Vespa in studio, ai grandi avvenimenti: dall’uomo sulla luna alla caduta del muro di Berlino, all’11 settembre. Il programma, che essendo registrato sabato non ha fatto nessuno riferimento all’attentato di Mosca, è comunque interessante, gradevole, semplice e sintetico, di appena mezz’ora, in cui come sempre succede in questi casi il ruolo principale è delegato alle preziose Teche Rai.
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