Caos Milan Ibra showman da “Boss in incognito”
sabato 21 settembre 2024
Salutando ancora una volta il compianto Totò Schillaci, viene da dire che non sono stati notti magiche di Champions, ma neppure notti da buttare. Tre dei cinque incontri delle nostre squadre si sono persino chiusi con quello che Gianni Brera considerava “il risultato perfetto”, 0-0. Ottimo quello dell’Atalanta di Gasperini contro i cannonieri londinesi dell’Arsenal che hanno sofferto tanto per uscire indenni dalla tana bergamasca. L’Atalanta conferma che in Coppa si esalta e se può arriva anche fino in fondo, vedi la conquista dell’ultima Europa League. Lo 0-0 del Bologna contro gli ucraini dello Shakhtar emoziona ed è perfetto solo per il ritorno dei felsinei in Champions dopo 60 anni, ma il cammino in campionato così come in Coppa per i ragazzi di Vincenzo Italiano non sarà affatto semplice. Fa sognare invece l’Inter di Simone Inzaghi che gioca un calcio ancor più bello del tiki-taka in zuppa inglese del Manchester City di Pep Guardiola. Il club nerazzurro
si conferma uno dei grandi protagonisti di questa edizione della Coppa dalle grandi orecchie. Ma il figurone alla prima lo fa la Juventus dell’impassibile Thiago Motta che non si scompone per il 3-1 rifilato al Psv Eindhoven e sicuramente non si esalta neppure dinanzi ai titoloni che omaggiano il giovane Yildiz. Il turco magico porta il “10” chefu di Alex Del Piero, ma deve ancora farne di strada per diventare un artista mondiale del calibro dell’ex “Pinturicchio” bianconero. E
veniamo all’anello debole della cinquina italiana: il Milan del sempre più in bilico Fonseca. Rossoneri spazzati via da un Liverpool che non è più quello aureo e filosofale dell’era Klopp, ma è sufficientemente attrezzato per calare un tris da “profondo reds” (1-3 finale) e spegnere le luci di San Siro. Notti buie e infernali a Milanello dove alla vigilia del derby con l’Inter iniziano a mal sopportare anche le sbruffonate di Ibrahimovic. «Io sono il boss!» ha dichiarato spavaldo a Sky Zlatan il terribile, ma forse da showman sanremese alludeva alla nuova serie Rai di Boss in incognito. Ibra buca più in tv che al servizio dei fantomatici RedBird Capital Partners. Yankees che di calcio ne sanno quanto i Friedkin a Roma (a proposito via De Rossi dentro Juric, buona fortuna a tutti) che giocano esclusivamente sui campi dell’algoritmo e sul risultato secco e immediato. E allora Fonseca è già praticamente licenziato (pronto Sarri?) prima di questo derby che il Milan ha già perso a tavolino, anzi “a scrivania”, nel confronto dirigenziale. L’Inter campione d’Italia in carica alla presidenza sfoggia un certo “MBeppè” Marotta, pallone d’oro del mercato che ha messo a disposizione di Simone Inzaghi una squadra “padrona del campo e del gioco”. Un mantra che una volta apparteneva alla galassia milanista, ma quando al timone dei rossoneri c’era il munifico visionario patron Silvio Berlusconi e al suo fianco il prode “antennato” Adriano Galliani che aveva e ha ancora (al Monza) le antenne puntate in tutti i luoghi e in tutti i laghi dove si fa calcio di qualità. © riproduzione riservata
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