Seconda e ultima stagione della prima serie tv scritta, diretta e interpretata da Ficarra & Picone: Incastrati, sei
episodi disponibili su Netflix, che con molta ironia affrontano temi seri come la corruzione e la facilità con cui la mafia attecchisce in ogni strato sociale. Ben sapendo del nuovo e importante ruolo delle piattaforme, i due apprezzati attori siciliani, hanno trasferito dal cinema alla più diluita tv on line la loro garbata comicità, ma anche l’impegno civile, che nella loro carriera non è mai mancato, basterebbe ricordare il ripetuto omaggio a don Pino Puglisi. Persino il titolo Incastrati, da una parte si riferisce alla vicenda nel senso che i due, Salvo e Valentino, vengono coinvolti loro malgrado in omicidi e storie di mafia, intrappolati in vicende surreali all’interno delle quali è arduo districarsi senza ferire i sentimenti delle persone che amano. Ma dall’altra parte il titolo rimanda al fatto che Ficarra & Picone sono stati presi dal meccanismo del nuovo modo di fruire i prodotti televisivi e in particolare dalle serie tv che attraggono spettatori, ma anche produttori. Non a caso, nella storia, i due sono antennisti e riparatori di televisori e uno dei due, Salvo, è ossessionato dalle serie tv, al punto che finzione e realtà narrative s’intrecciano per cui Salvo suggerisce di agire come agirebbero i personaggi della sua serie preferita. Incastrati è di fatto una commedia degli equivoci ambientata in una Sicilia marginale, un mix di comedy e drama, come suol dirsi, che non risparmia critiche a un certo giornalismo che rimesta nel torbido e realizza falsi scoop. Non sveliamo nulla, ma il finale è un crescendo, un modo originale per parlare di lotta alla mafia perché, come dicono Ficarra & Picone, non si dimentichi che ci sono ragazzi nati dopo le stragi. © riproduzione riservata