Prima dei botti di San Silvestro abbiamo sentito, forti e chiari, i botti di San Siro. Il Milan pareggia con la Roma, che va avanti a forza di piccole riparazioni ad hoc dell’aggiustatore Claudio Ranieri, e intanto rompe con Fonseca. L’allenatore lusitano si fa buttare fuori dall’arbitro, il signor Fabbri (che a referto annota 8 ammoniti e 2 espulsi, una mezza guerra in campo) ma soprattutto si fa cacciare dall’ectoplasmatica società Ac Milan. La spectra rossonera ha scoperto che Fonseca è venuto a Milanello a fare il “portoghese”: fino a domenica sera ha guardato dalla panchina, fatto esperimenti non riusciti, strappato e ricucito i rapporti con mezzo spogliatoio, a cominciare dai geni ribelli Theo Hernandez e Leao. Così, digitando la solita app di mercato alla dirigenza milanista è uscita la frase: “Ci vuole un altro portoghese”. Pertanto il nuovo mister del Milan è Sergio Conceiçao. Un ex Inter da giocatore, ex tecnico dimissionario del Porto, nonché papà di quel Francisco Conceiçao che nella Juventus dell’altrettanto discusso e discutibile Thiago Motta, sta facendo a pieno la sua doppia parte: quella di trottolino fantasioso di fascia destra e di figlio d’arte all’altezza di cotanto padre. E lo stesso fa l’altro bianconero Khéphren Thuram, figlio del monumentale Lilian, campione del mondo con la Francia nel ‘98, il quale contro la Fiorentina firma una doppietta d’autore. Due gol che servono per mantenere l’imbattibilità in campionato, ma non a sconfiggere i viola dell’ex Kean (ancora in gol e sono 11 in campionato) e soprattutto la pareggite cronica che affligge la Juve: 11 in 18 gare e record assoluto di 21 pari nell’anno solare. Vince e convince l’Inter del fratello di Khéphren, Marcus Thuram (capocannoniere, con il genoano Retegui, a quota 12 reti) che nello 0-3 di Cagliari non segna, ma tanto ci pensa il maradoniano Lautaro Martinez a trascinare una squadra che ha tutte le carte in regola per il bis tricolore. Atalanta permettendo, che all’Olimpico contro la Lazio di Baroni, miglior sorpresa del girone d’andata, soffre però alla fine strappa un pari preziosissimo per restare al comando della classifica. Gasperini si salva in “zona Lazio” - i biancoazzurri hanno il primato di gol segnati (12) tra il 76’ e il 90’ - e ora condivide la prima poltrona con il Napoli di Antonio Conte che ha dovuto sudare sette camicie per piegare un Venezia che ha fatto di tutto per uscire indenne dal Maradona. Anche i lagunari hanno il loro figlio d’arte, il portiere Filip Stankovic, il 22enne pupillo del gladiatore serbo Deyan, dopo questa stagione da saracinesca è pronto per tornare alla base Inter. Salutando il 2024 due richieste per l’anno nuovo alle porte. La prima, fermare la violenza verbale: abbiamo sentito ancora cori razzisti, stavolta degli ultrà fiorentini contro Vlahovic. La seconda, stop alla violenza fisica sugli arbitri: leggere l’articolo di Luca Cardinalini sul “Foglio” di domenica scorsa per capire che siamo davvero all’ultimo stadio. Buon anno a tutti, tranne che ai violenti da ultimo stadio.
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