Balestracci rilegge la Passione “teatrale” di Paër
venerdì 26 febbraio 2016
«Oh Dio, mi manca il cor! Freme, rifugge l'anima a sì pietoso orror!», canta la Maddalena, sconvolta e affranta nel richiamare alla memoria lo strazio del corpo flagellato del Redentore e la Sua morte in croce. L'aria che Ferdinando Paër (1771-1839) ha incastonato al cuore del suo oratorio sacro Il Santo Sepolcro (ossia La Passione di Gesù Cristo) è costruita come una grande scena da melodramma, non tanto come pezzo di bravura virtuosistica quanto come compiuto perno narrativo ed espressivo, in cui l'autore porta allo scoperto le sue doti di operista di chiara fama. Il musicista è stato effettivamente protagonista di una luminosa carriera in tutta Europa, dapprima come maestro di cappella a Parma (sua città natale), poi a Vienna e Dresda e infine a Parigi, dove diventò maître de chapelle alla corte napoleonica e direttore dell'Opéra-Comique e del Théâtre des Italiens. E proprio con taglio “teatrale”, la Passione di Paër si sofferma sui ricordi e i sentimenti dei testimoni oculari degli ultimi istanti di vita di Gesù: di fronte ai “sacri marmi” del Santo Sepolcro si danno appuntamento Maria Maddalena, san Giovanni, Nicodemo e Giuseppe d'Arimatea ai quali, nella registrazione diretta da Sergio Balestracci, prestano le voci Valentina Kutzarova, Valentina Coladonato, Enea Scala e Alvaro Lozarno, con il “Coro d'Angeli e Seguaci di Gesu” affidato ai cantori della Stagione Armonica e il supporto strumentale dell'Orchestra di Padova e del Veneto. Sono loro i protagonisti di una “messinscena” che fa risaltare il forte impianto drammaturgico di una partitura che, tra echi di classicismo dal sapore mozartiano e qualche affondo di stampo belcantistico, rappresenta un interessante capitolo del repertorio sacro italiano del XIX secolo.Ferdinando PaërIL SANTO SEPOLCROSergio BalestracciCpo. Euro 19,00
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