Con uno straordinario anticipo sui consueti annunci di fine anno, sono stati definiti i contributi al Fondo di previdenza per il clero per il 2022. Ad aggiornare la contribuzione annuale dei sacerdoti è intervenuto un decreto ministeriale del 23 luglio (Gazzetta Ufficiale n. 175) che ha effetto retroattivo dall'anno 2020 e che, di fatto, porta a un aumento anche per i versamenti da riferire al 2021 e al 2022. Il nuovo contributo annuale (definitivo per il 2020) è ora di 1.769,04 euro (294,84 euro per ogni bimestre, oppure 147,42 euro per eventuali frazionamenti mensili), con uno 0,5% di aumento sui versamenti in corso. Si tratta di 8,80 euro in più, che costituiscono un conguaglio dovuto per ogni anno intero di assicurazione sui pagamenti già effettuati o ancora da completare per gli anni 2020 e 2021. Riferito a un singolo bimestre la differenza è di 1,46 euro (0,73 euro mensili). Una prossima circolare dell'Inps disporrà i tempi e le modalità per il recupero delle differenze contributive, che sono poste a carico dell'Istituto centrale per il Sostentamento del Clero a favore dei sacerdoti amministrati da questo Istituto negli anni 2020 e 2021, per le intere annualità o solo in parte. Questo accade, ad esempio, nel caso di un ingresso recente nel Fondo clero (nuova ordinazione o vocazione adulta) oppure per l'intervenuto pensionamento di vecchiaia o di invalidità. Sono infatti soggetti al conguaglio contributivo (a cura dell'Istituto centrale o dell'Inps su eventuali arretrati di pensione) anche i sacerdoti già in pensione il cui assegno mensile decorre da uno dei mesi del 2020 o del 2021. Sono coinvolti nei recuperi anche i sacerdoti che hanno presentato la domanda di pensione ma che non è stata ancora definita. Invece i sacerdoti non inseriti nel sostentamento nel corso del 2020/2021 verseranno direttamente il rispettivo conguaglio seguendo specifiche istruzioni dell'ente di previdenza. Tutti i versamenti affluiranno alla sede Inps di Terni, che è stata costituita come Polo nazionale per la previdenza dei ministri di culto. La solerzia (eccessiva) per il nuovo aggiornamento dei contributi ha distratto questa volta gli estensori del decreto che, nel testo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, fanno discendere l'operazione da una recente pec Inps del "16 marzo 2011".
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