Sono stati necessari non pochi incontri tra l'Inps e i consulenti del lavoro insieme al Centro nazionale economi cattolici (Cnec), per ottenere il rispetto dell'autonomia degli enti religiosi, messa alla prova dal nuovo obbligo di avere una sola matricola aziendale e, di conseguenza, di accentrare i versamenti contributivi sul territorio.Per consentire alle diverse aziende, e agli enti con più matricole Inps, di organizzarsi per l'applicazione del nuovo sistema, l'istituto aveva dato tempo fino al 31 marzo scorso. Sul filo di lana, le ragioni degli enti religiosi - in genere congregazioni composte da una casa madre e da vari istituti sparsi nelle Regioni - sono state finalmente accolte. Gli Istituti religiosi che per il rispettivo carisma sono attivi nei settori dell'educazione, dell'accoglienza o dell'assistenza socio-sanitaria sono quindi esentati dall'accentramento dei contributi, in considerazione della rispettiva organizzazione, che deve tener conto in primo luogo delle norme del diritto canonico e delle diverse autorizzazioni amministrative, che sono singole e non collettive.In via generale, l'Inps include nell'esenzione i datori di lavoro che svolgono attività caratterizzate da autonomia organizzativa e ge-stionale con diverse finalità economiche. E nella recente circolare n. 65/2015 cita, a titolo di esempio, le strutture territoriali degli enti religiosi che esercitano attività di istruzione, di assistenza sanitaria o sociale, di beneficenza ecc. Questi enti, anche se in presenza del medesimo inquadramento previdenziale, possono svolgere gli adempimenti contributivi per i rispettivi dipendenti avvalendosi di più matricole, ognuna delle quali riferita alla specifica struttura territoriale.Diversamente da questa esenzione, e limitatamente agli aspetti tecnici, gli enti interessati avrebbero dovuto modificare la già complessa rete amministrativa, l'organizzazione interna, i sistemi informatici, i rapporti con i professionisti di riferimento ecc. con un gravoso dispendio di energie.Le nuove procedure dell'Inps sono conseguenti all'istituzione, non recente, del "Libro unico del lavoro" e alle modifiche agli inquadra-menti aziendali. Tuttavia la retromarcia dell'Istituto di previdenza è giunta solo il 2 aprile scorso, con la citata circolare n. 54, quando l'importante precisazione dell'ente doveva essere nota ben prima del 31 marzo. Un esempio di alta burocrazia che ha messo inutilmente in difficoltà i datori di lavoro ignari del dietro front dell'Inps, come alcune strutture religiose che, dopo aver faticosamente adempiuto all'accentramento in marzo, devono ora riconformarsi all'organizzazione originaria.
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