I lavoratori italiani in Svizzera che rientrano definitivamente in Italia possono ottenere la pensione di anzianità, se maturano i requisiti entro il 31 dicembre 2003 con il cumulo dei contributi svizzeri. La nuova disposizione, inserita nel decreto legge in materia di occupazione e previdenza (n. 108 dell'11 giugno) mette i lavoratori rimpatriati, ora disoccupati in Italia, al riparo dagli effetti degli accordi bilaterali tra la Svizzera e l'Unione europea, accordi che cancellano la possibilità di utilizzare contributi per lavoro svolto nella Confederazione elvetica, a partire dal 1° giugno 2002.Il decreto consente invece, in via straordinaria e temporanea, di liquidare la pensione anticipata dall'Italia, anche con il calcolo dei periodi contributivi maturati presso l'ente previdenziale svizzero (Avs), "salvo che non venga approvata la riforma delle pensioni" e siano riviste le attuali disposizioni. In pratica si adotta un calcolo virtuale dei contributi svizzeri, in luogo del cumulo reale dei versamenti elvetici, che i nuovi accordi hanno in realtà differito all'età della vecchiaia. Anzianità
e
vecchiaia . La pensione di anzianità Inps ai lavoratori rimpatriati (circa 50 mila tra emigrati, frontalieri ed ex emigrati) sarà calcolata sulla base della retribuzione pensionabile italiana, proiettata anche sugli anni di lavoro svolti in Svizzera. L'Inps pagherà quindi l'assegno fino a quando l'interessato compirà l'età per la pensione svizzera di vecchiaia, oggi di 65 anni per gli uomini e di 63 per le donne. Da quel momento l'importo della pensione sarà nuovamente ricalcolato ma in base alle diverse convenzioni internazionali che prevedono la "totalizzazione" dei versamenti, addossando cioè ai singoli Paesi che detengono i contributi del lavoratore il costo, in proporzione, dell'unica pensione (criterio del pro-rata). In particolare con la Svizzera, al compimento dell'età richiesta, è consentito all'interessato scegliere tra la "totalizzazione" e il trasferimento della contribuzione.Richieste degli emigrati. La soluzione offerta dal decreto legge accoglie solo in parte la richiesta del Consiglio generale degli italiani all'estero (Cgie) e dei Comitati locali degli emigrati (Comites), sostenuta da una petizione popolare sottoscritta da oltre 12 mila lavoratori, al fine di ottenere una proroga di cinque anni per l'entrata in vigore del blocco dei trasferimenti contributivi dall'Avs all'Inps. I promotori della petizione premono ora affinché il decreto venga modificato, estendendo la proroga almeno fino al 2007.Grazie agli accordi con l'Unione, la Confederazione si allinea alle normative europee che non prevedono movimenti di contributi tra i diversi Paesi. L'ente previdenziale svizzero si è però liberato della gestione di centinaia di migliaia di posizioni assicurative - specchio della forte emigrazione italiana, particolarmente dal sud - e dal pagamento di altrettante pensioni.
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: