Prende corpo l’attesa riforma del fisco. Un decreto legislativo, in fase di approvazione definitiva, prevede diversi interventi al fine di semplificare gli adempimenti fiscali, anche attraverso un nuovo calendario delle scadenze annuali e un rapporto collaborativo dell’Agenzia delle Entrate con i contribuenti, persone fisiche e imprese.
Il decreto apporta certezza, e sollievo, al popolo dei commercialisti, dei consulenti del lavoro, dei Caf, ma anche di singole aziende e di cittadini, di poter trascorrere la prossime ferie estive e il prossimo Natale al riparo dagli agguati del fisco. Perché ogni anno, grazie alla riforma, per l’intero mese di agosto e per quello di dicembre l’Agenzia delle Entrate sarà tenuta a sospendere le comunicazioni di irregolarità riscontrate nelle dichiarazioni dei redditi e nella liquidazione delle imposte, comprese i redditi con tassazione separata e gli avvisi bonari (lettere di compliance).
La nuova “tregua fiscale” è ispirata alla protezione dei diritti sociali dei cittadini contribuenti. Ma richiama inevitabilmente la stretta correlazione della base imponibile dei redditi da lavoro con le contribuzioni obbligatorie dovute agli enti previdenziali (Inps in testa). E diventa conseguenziale attendersi che la tregua col Fisco trascini con sé anche una “tregua previdenziale” omogenea e corrispondente alle stesse condizioni previste ora dalla riforma.
Indipendentemente dal comportamento virtuoso dell’Inps, e di altri enti, di astenersi in autonomia dai recuperi contributivi ad agosto e a dicembre, diventa pertanto opportuno mettere nero su bianco una sospensione unificata degli accertamenti sia del fisco sia della previdenza nei mesi delle ferie e del Natale.
In questa ottica potrebbero essere gli ultimi “ante riforma” gli accertamenti in corso in questi giorni negli uffici della previdenza. Si tratta delle comunicazioni di anomalie contributive 2023 (competenza anno 2022 e anni precedenti) indirizzate, via pec o .pdf nel “Cassetto Committenti”, ai committenti privati dei collaboratori e delle figure assimilate della Gestione Separata. Sono escluse dall’operazione le Amministrazioni pubbliche nella qualità di committenti perché possono ancora adempiere fino al 31 dicembre 2023 ai versamenti correnti. Altrettanto esclusi sono i committenti registrati come “non attivi” o “deceduti”.
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