Ancora un blogger al lavoro, sul web e sui libri, per smentire qualcosa che pochi hanno messo in dubbio: l'origine biblica della frase «Temete l'ira dei giusti», incipit virgolettato di un post rilasciato sulla pagina Facebook di Matteo Salvini ( tinyurl.com/yaffbnt4 ) il 6 settembre in risposta alle recenti inchieste giudiziarie che lo riguardano. Detto che non è quel post, ma sono le cronache che lo riportano a dare per certo che il detto sia Parola di Dio, Gabriele Cossovich, del team di "Vino Nuovo" ( tinyurl.com/yalut8av ), racconta di non essere riuscito a trovare nella Scrittura né la frase in questione, né qualche sua formulazione più articolata; né nella versione ufficiale attualmente in uso nella liturgia, né nelle altre due più diffuse e conosciute. In compenso – ed è una pista interessante rispetto alle fonti di riferimento dello staff comunicativo del ministro dell'Interno – ha trovato che «Ira dei giusti» è il titolo di una delle saghe di Pathfinder (popolarissimo gioco di ruolo). Dove, scrive l'editore, l'antefatto è rappresentato da un'«orda demoniaca» alla quale «alcune nazioni di cavalieri, barbari ed eroi» si contrappongono con una serie di «crociate»: forse c'è anche un Dio, ma la fonte è certamente apocrifa… Tutto ciò non serve a trattenere i commentatori digitali più schierati dall'utilizzo del postulato: «Se anche non fosse vero, è plausibile». È accaduto lo stesso nel caso del detto sui Papi attribuito a san Vincenzo di Lerins (vedi WikiChiesa del 5 settembre), in presenza di alcuni successivi sviluppi che lo collegano a un altro san Vincenzo, il Pallotti, con una formulazione teologicamente assai meno precaria. Citare un'affermazione "religiosamente" autorevole (anche solo in modo implicito) dovrebbe conferire al proprio discorso una specie di sigillo d'oro; in Rete, però, pare che poco importi se tale sigillo sia effettivamente di un materiale prezioso o se si tratti di bigiotteria: l'importante è che luccichi.
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