Papa Francesco scrive una parola sull'indulgenza che verrà dal prossimo Giubileo della Misericordia, e subito torna a egemonizzare gli interessi e le discussioni della WikiChiesa: il mio contatore dice 41% degli interventi, più della metà incentrati su quella parola. Qualcosa di simile deve aver detto anche il contatore della rassegna condotta sui tradizionali giornali di carta: lo attesta indirettamente il contributo pubblicato ieri in questo spazio dal mio dirimpettaio Gennari.Ho detto «una parola», ma in realtà le parole sono sei, mentre l'opinione pubblica ha saputo di tre: che sono diventate “notizia”. Una sull'indulgenza plenaria ai carcerati, tenendo conto della loro impossibilità a recarsi alla Porta Santa; una sulla possibilità che tutti i sacerdoti assolvano dal peccato di aborto procurato; una sul sacramento della riconciliazione valido e lecito anche se amministrato da sacerdoti della Fraternità San Pio X, che non è in piena comunione con la Chiesa di Roma. Naturale che le diverse inclinazioni di ciascun autore e di ciascun sito o blog abbiano condotto i commenti a enfatizzare di più l'una o l'altra di queste parole, così diverse tra loro.Per quel che mi riguarda, ho cercato di lasciarmi portare lungo le maglie della Rete, e mi sono ritrovato avvinto – non è la prima volta – ai sentimenti di Carmelo Musumeci, espressi sul proprio blog poco più di un anno fa (http://tinyurl.com/njerba9) e appena ripresi – non direi in dipendenza dall'annuncio del Papa – da Mauro Leonardi. Sentimenti che intercorrono tra l'amato e l'amata, rafforzati dalle sbarre che devono attraversare. Non saprei dire per quali vie, ma l'amore nuziale che trabocca da questo racconto, in soggettiva, di una visita fatta a Musumeci dalla sua compagna mi ha aiutato più di qualunque commento a comprendere l'amore paterno di Francesco che, non potendo portare fuori dal carcere i prigionieri, prova a portare dentro al carcere la Porta Santa del giubileo.
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: