Il decreto 269, da poco convertito in legge, peggiora i benefici previdenziali riservati ai lavoratori soggetti ad un'esposizione all'amianto per almeno 10 anni. Il rischio altissimo di contrarre tumori maligni, a causa del pericoloso minerale, veniva finora risarcito con un bonus del 50% dei contributi pensionistici, grazie alla legge 257/92. Un'esposizione durata 10 anni valeva come 15 anni interi di contributi. Per alleggerire l'onere finanziario a carico dell'Inps, la nuova legge abbatte il bonus ad un quarto della contribuzione, cioè ad 1,25 anziché 1,50, e lo ammette solamente per aumentare l'importo della stessa pensione, escludendo qualsiasi possibilità di aumento dell'anzianità contributiva e di anticipare quindi il pensionamento. Dal giro di vite, che opera sin dal 1° ottobre scorso, sono stati esentati solo i lavoratori che hanno già maturato il diritto al trattamento pensionistico, i lavoratori posti in mobilità lunga (accettata in vista del vecchio bonus), i lavoratori che si sono già licenziati per chiedere la pensione anticipata e che, in molti casi, stanno pagando anche i contributi volontari.
Le nuove domande per il bonus ridotto dovranno essere presentate esclusivamente all'Inail (che ha il compito di certificare ufficialmente l'esposizione del lavoratore all'amianto e la sua durata, secondo i parametri di legge) entro 180 giorni, a pena di decadenza dal diritto agli stessi benefici. Indicazioni più precise saranno però fornite con un decreto ministeriale di prossima pubblicazione.
La vicenda presenta ulteriori complicazioni per alcune fasce di lavoratori ai quali le nuove norme cancellano drasticamente il diritto già acquisito di andare in pensione. In particolare sono: a) coloro al 1° ottobre 2003 sono già in possesso del certificato Inail ma che maturano solo in seguito i requisiti pensionistici; b) quanti sono già in possesso del certificato dell'Inail e che hanno dato all'azienda il preavviso delle loro dimissioni, senza ancora cessare il rapporto di lavoro; c) coloro che avendo già chiesto all'Inail il certificato, non l'hanno ancora ricevuto pur avendo l'ente riconosciuto l'esposizione all'amianto.
Per gli interessati si dovrà trovare al più presto una soluzione, possibilmente senza attendere un'ulteriore legge. E' evidente, inoltre, la disparità di trattamento fra lavoratori che nel corso degli anni hanno avuto identiche condizioni di lavoro e che sono già colpiti nella salute. Gli inevitabili ricorsi che gli interessati scaricheranno sull'Inps, rischiano di aggravare il conto "spese giudiziarie" dell'Istituto e di ridurre il vantaggio finanziario offerto all'ente dalla nuova legge.
Marittimi e ferrovieri. I lavoratori portuali, i marittimi e i ferrovieri hanno corso il rischio, fino all'ultimo, di essere esclusi dal bonus per l'amianto. Con l'approvazione della legge anche queste categorie ne beneficeranno con i limiti e con le problematiche ancora in sospeso.
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