Grazie ad una vecchia legge del 1992, la numero 257, molti lavoratori colpiti da tumori e altre patologie a causa di una lunga esposizione all'amianto hanno potuto accedere alla pensione col beneficio di un aumento dell'anzianità contributiva del 50%. A quel provvedimento hanno fatto poi seguito altre disposizioni (la legge 208/2015, il decreto 12 maggio 2016, la legge di bilancio 2018) che hanno esteso il beneficio ad una fascia più ampia di addetti del settore. Sebbene da molti anni sia vietata la produzione di manufatti di amianto (eternit e simili), i lavoratori esposti al rischio specifico sono ancora oggi numerosi. Basti pensare alla necessità di ripulire immobili e strutture coibentate con amianto oppure alla bonifica di vagoni ferroviari. Ed è proprio per il settore delle ferrovie l'ultimo intervento dell'Inps sulla materia (circolare 46 del 14 marzo scorso). La nota dell'Istituto è rivolta ai lavoratori impegnati nella produzione, riparazione e manutenzione di materiale rotabile per ferrovie, tranvie, filovie, metropolitane e miniere. In genere le relative aziende hanno già provveduto alla bonifica dell'amianto presente nei propri stabilimenti produttivi, iniziando dalla sostituzione del tetto. Di fatto questa operazione è stata eseguita dai lavoratori senza essere dotati di un equipaggiamento di protezione adeguato all'esposizione alle polveri di amianto. A questi interessati la legge di bilancio ha riconosciuto ora lo stesso bonus della legge del 1992 (coefficiente 1,5), da applicare a tutto il periodo in cui è stata effettuata la bonifica e per i dieci anni successivi alla conclusione delle operazioni, a condizione tuttavia che il rapporto di lavoro in corso non si sia interrotto fino all'atto della domanda. La maggiorazione dei contributi (ad esempio, un'esposizione durata 10 anni vale come 15 anni di versamenti) si applica esclusivamente sulla quota di pensione da calcolare col sistema retributivo, ancora in vigore su tutte le contribuzioni dovute fino al 31 dicembre 2011.
L'Inps ha ritenuto idonee, nei termini di legge, le richieste presentate dagli interessati fino al 2 marzo scorso, per ottenere una certificazione del diritto al beneficio. L'Istituto invita ora i richiedenti in attesa della certificazione, ove non l'abbiano già fatto, a presentare la vera domanda di pensione agevolata, ovviamente in via telematica, che sarà liquidata con decorrenza dal mese successivo.
Nel merito, spetta al datore di lavoro produrre una documentazione di data certa sui lavori per la bonifica del tetto, e un'attestazione sulla semplice "presenza" del lavoratore nel corso delle operazioni.
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