«Appartengo a tutti tranne che a me stesso»: forse sta in questa battuta il senso della prima serie tv di Carlo Verdone, dieci episodi di mezz'ora ciascuno da venerdì disponibili su Amazon Prime Video. Il titolo Vita da Carlo conferma che l'attore e regista romano vuole parlarci di sé, o forse riflettendo su se stesso ci chiede di essere lasciato in pace, di avere una seconda opportunità, di poter voltare pagina, di tornare a sorridere, stupirsi e trovare il tempo per fare quello che gli va di fare e non quello che vogliono gli altri. In effetti, quello che emerge dalla serie, che è un film vero e proprio senza niente di documentaristico, è la storia di un uomo più che maturo che paga la popolarità, costretto a fare selfie con tutti e persino a candidarsi a sindaco di Roma, assalito e fagocitato da chi si ostina a dargli consigli, che anche in casa è succube del fidanzato della figlia e persino della governante. Nell'interpretare se stesso, con il suo stile tra l'ironico e il malinconico, Verdone si rifà, almeno in parte, a fatti e situazioni reali reinterpretati in modo paradossale, comunque romanzato. Ci sono, in versione personaggi, le persone della sua vita reale: produttori, sceneggiatori, la moglie (interpretata da Monica Guerritore), i figli che qui si chiamano Maddalena (Caterina De Angelis) e Giovanni (Filippo Contri), i fan. Ci sono anche i colleghi nella parte di loro stessi come Max Tortora (l'amico fedele) o Alessandro Haber (impegnato nel cameo dell'ebreo ubriaco). E poi c'è la passione per la medicina, ma soprattutto per Roma e per la Roma: da una parte la città eterna per le cui attuali condizioni (spenta, sporca e abbandonata) non risparmia critiche alla politica e dall'altra la squadra del cuore. Dopo di che, come in ogni film che si rispetti, c'è anche una storia d'amore. Nel complesso si ride, ma non più di tanto. Il racconto è comunque piacevole.
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