Cosa hanno in comune oltre sessanta atleti e atlete di oggi e di ieri, di discipline diverse, individuali o di squadra? Cosa possono avere in comune campioni come Filippo Tortu, Vanessa Ferrari, Marcel Jacobs, Cristina Chirichella, Fausto Desalu, Gabriella Dorio, Alessandro Campagna, Silvia Salis, Carlo Molfetta, Giulia Quintavalle, Giuseppe Gibilisco, Giusy Malato, Niccolò Campriani, Maurizio Damilano, Miriam Sylla, Mauro Bergamasco, Tania Di Mario, Vito Dell'Aquila? Sicuramente hanno messo insieme una montagna di medaglie, ispirato, fatto emozionare generazioni intere di tifosi e contribuito a diffondere, per quel sano principio di imitazione che i campioni sanno innescare, la cultura della pratica sportiva e del movimento. Insomma, oltre ad aver portato lustro al nostro Paese hanno contributo a renderlo migliore, più attivo, più sano.
Tuttavia questo grande gruppo di atleti (i nomi citati sono, come detto, una piccola rappresentanza) ha certamente ricevuto così tanto dallo sport che ha deciso che è arrivato il momento di andare oltre e restituire. Come dicono gli americani: learn, earn, return. Così, con una disponibilità incondizionata, tutti questi campioni hanno risposto "presente" a una splendida intuizione di Fabio Pagliara, già segretario generale della Federazione Atletica Leggera e, annullando le differenze di disciplina, di spazio e di tempo sono diventati una vera e propria squadra. La differenza fra "gruppo" e "squadra" non è solo una definizione che si trova nei manuali di formazione manageriale, ma un movimento che si attiva quando un "gruppo" di persone si riconosce intorno a un obiettivo e si trasforma in "squadra" nel momento in cui i singoli componenti decidono di mettere a disposizione il proprio talento per un risultato comune. In questo caso gli obiettivi li ha distribuiti Action Aid Italia, organizzazione che si batte per un mondo più equo e giusto, e sono addirittura tre: la lotta contro abbandono scolastico, povertà alimentare e violenza contro le donne. Tre supergol.
Per la prima volta, un gruppo così numeroso di atleti si è compattato attorno alla difesa dei diritti di tutti e ha deciso di "fare squadra" per sostenere delle campagne finalizzate a realizzarlo davvero questo cambiamento tanto evocato. La credibilità nello sport non nasce dalle vittorie, ma dall'impegno quotidiano per inseguire un risultato o, ancora meglio, un sogno. Ma i sogni diventano realtà con il lavoro quotidiano e la passione, gli stessi strumenti che aiutano a raggiungere importanti cambiamenti, anche sociali.
La Squadra del Cambiamento di Action Aid e gli atleti che la compongono incarnano questa visione e io sono felice di aver risposto senza esitazione alla proposta di esserne "l'allenatore". Insomma, dopo tanti anni, e con grande orgoglio, mi rimetto la tuta e ringrazio questi campioni, fra i quali 19 medaglie d'oro olimpiche, che hanno messo la loro faccia a disposizione e pubblicato già oltre 200 contenuti video sui temi citati sui loro profili social, coinvolgendo più di tre milioni di utenti. I grandi cambiamenti si realizzano anche così. Per effetto domino.
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