Il "destriero argentato" durante la cerimonia d'inaugurazione dei Giochi - Fotogramma
Un fatto ha intimamente rappresentato, per i parigini, l’autentica premessa di questi Giochi: la riapertura, il 27 giugno, della più importante fontana storica di Parigi, quella degli Innocenti, nel cuore pulsante delle Halles. Perché è il luogo della capitale che meglio evoca il bisogno di una redenzione. In origine, celebrava l’entrata pomposa del re appena incoronato. Ma per un prodigioso capovolgimento quasi fiabesco, è divenuta un inno fra i più toccanti di sempre all’infanzia massacrata, nella scia dei santi Innocenti trucidati dal re Erode.
E a farvi caso, esattamente questo resterà della già indimenticabile cerimonia olimpica d’apertura sulla Senna. A sorpresa, nessun riferimento ai giochi d’acqua lussuosi con cui il Re Sole stupiva tutti a Versailles. Spazio invece alla poesia semplice di un’amazzone su destriero argentato che sfiora leggiadramente le onde fluviali, come solo in una fiaba per bambini può avvenire. Spazio, insomma, all’immaginazione rigeneratrice degli innocenti, come quei rifugiati lungamente evocati ed accolti, come la più preziosa delle squadre, in seno al Villaggio olimpico. Con la loro umile leggerezza, alla fine, sono sempre gli innocenti a suggerire un futuro davvero possibile di pace, ben più dei potenti e prepotenti. I Giochi finalmente l’hanno proclamato chiaro e tondo. Che possano attuare, un passo dopo l’altro, un così arduo disegno.