Come può una famiglia vivere senza uno stipendio, senza un lavoro, senza un risparmio? È un parroco del Sud Italia a scriverci, perché non sa più come aiutare Simone S., 52 anni, la moglie Elena e i due figli minorenni. Lui, dopo il diploma, ha trovato solo lavori occasionali fino a un impiego in una libreria scolastica. Tutto bene per qualche anno, finché il negozio chiude, lui viene licenziato, senza preavviso e senza liquidazione. Elena trova qualche occupazione a ore, e non tutte le settimane. «Non hanno più nemmeno i soldi per fare la spesa», racconta sconsolato il parroco. Simone è sprofondato in una depressione che non ha la forza di curare. E poi ci sono i debiti: da 8 mesi non pagano l'affitto e rischiano lo sfratto, per le bollette della luce interviene la parrocchia, la Caritas supporta con viveri e vestiario, ma ci sono i due figli da mandare a scuola, e tante spese. «La famiglia è in uno stato di disagio pericoloso», conclude il sacerdote, che chiede ai lettori di Avvenire un gesto di solidarietà. Si può aiutare Simone, Elena e i loro figli anche con un piccolo contributo, versando sul ccp 15596208 intestato ad Avvenire, "La voce di chi non ha voce", piazza Carbonari 3, Milano. Gli assegni devono essere intestati ad Avvenire, "La voce di chi non ha voce". Si può anche effettuare un bonifico a favore di Avvenire, "La voce di chi non ha voce", conto n. 12201. BANCO BPM S.P.A., ag. 26, codice IBAN: IT05Y0503401741000000012201
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