giovedì 21 luglio 2016
Riviera Ligure, luglio – Bagni Stella, Bagni Regina, Bagni Nadia. Allineati sul litorale, i bagni si distinguono solo dal colore degli ombrelloni, aperti in fila appena prima della linea blu del mare.Si va allo stesso bagno da quando si nasce a quando si è vecchi: i figli crescono e portano i nipoti, ci si conosce tutti, la barista e il bagnino sono facce di famiglia. Predominano, qui nel Ponente, gli accenti milanesi e brianzoli, qualche vocale si allarga nella inflessione piemontese.Alle nove per primi arrivano i bambini carichi di secchielli e di palette, in un festoso vociare. Un salto alla pompa dell'aria, a gonfiare il coccodrillo di gomma. «Un caffè lungo, signor Mario?» grida la barista, e il signor Mario, in braghe corte e canottiera, conferma: un caffè lungo, come ogni mattina.Il ronzio delle macchine delle granite – rigorosamente bianche e verdi, al limone e alla menta – è familiare come il rumore del biliardino, come i colpi secchi degli omini contro la pallina, e le grida dei ragazzini.Si svuotano i bagni nell'ora della sabbia che scotta bollente sotto ai piedi, ricompaiono i clienti alle quattro, dopo il sonnellino. Bocce lanciate, piano, tra un ombrellone e l'altro, carte pigramente allargate a ventaglio fra le mani. Assi di briscola calati dolcemente: si gioca solo per ammazzare il tempo.Già, il tempo, come si trascina adagio ai Bagni Nadia: anzi fissando la linea dell'orizzonte lo potresti addirittura dire immobile, molle come l'asfalto sotto ai tacchi, sul marciapiede dell'Aurelia. Qui al bar si discorre, pigramente, del nulla. Crocchi di adolescenti che hanno giocato insieme alle biglie ora si guardano, fra maschi e femmine, con occhi nuovi. Una canzone che si sente, ossessiva, dappertutto, colma la spiaggia.E si riallineano sul tabellone, a sera, le chiavi delle cabine con il ciondolo azzurro, lo stesso da sempre, ciao Lina, a domattina, stanchi e cotti dal sole si ciabatta adagio verso casa. Piccoli sereni micromondi in fila, i bagni, cento diversi eppure uguali. Gelati, focaccia, cocco, giornali distrattamente sfogliati.Ma, che cosa assurdamente racconta stamattina la radio? A nemmeno 150 chilometri da qui, là dove a volte si va in gita. Inimmaginabile, il Male che fa irruzione e deflagra su questa stessa riva blu del mare: incredibile, impensabile. Dai micromondi dei Bagni Nadia e Regina ascoltano la radio increduli, e ammutoliscono. Cronache di altri mondi sono queste, orribili cronache marziane.Poi, lentamente, si torna in spiaggia a giocare coi bambini, si riprende il cruciverba. La Promenade des Anglais, il Tir, le urla, costretti nello spazio di un incubo, di qualcosa che qui non può accadere. (E come la vita preme, tenace, ostinata, gentile, per ricominciare).
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