Agroalimentare, la montagna è preziosa e va tutelata
domenica 7 luglio 2019
La montagna preziosa non solo per l'ambiente ma anche per l'agroalimentare. Questione di produzioni tipiche e di risorse messe a disposizione. Basta pensare che l'80% dell'acqua dolce arriva dalle montagne, che custodiscono anche il 40% della biodiversità. E non basta, perché sempre dalle aree montane è possibile trarre l'immagine fedele di alcuni problemi che serrano da vicino un po' tutto l'agroalimentare nazionale: prodotti tipici di grande qualità ma costi di produzione troppo alti, grande capacità produttiva ma difficoltà nel ricambio generazionale, unicità dell'ambiente elevato a fattore di produzione imprescindibile ma anche necessità di difesa di un territorio minacciato spesso dall'abbandono. Problemi simili con soluzioni simili, come quella di un trattamento fiscale diverso. L'istantanea della montagna e della sua agricoltura è stata scattata da un'indagine del Cnr che, insieme ad altre, è stata il nucleo conoscitivo della conferenza di Fai Cisl che qualche giorno fa si è svolta a Dobbiaco (Bolzano). Dall'incontro è emersa ancora una volta l'importanza della presenza dell'uomo e del suo lavoro in montagna con tutte le sue specificità. Tanto per capire meglio, basta pensare che per ogni lavoratore in acquacoltura di montagna, pare ve ne siano altri tre nella trasformazione. Attività che va tutelata, dunque, quella montana. Anche dal punto di vista sindacale oltre che formativo (non per nulla una delle iniziative Fai Cisl che continua ad essere promossa è il progetto "Erasmus sindacale" per promuovere lo scambio di buone pratiche tra diversi territori). Senza dimenticare l'importanza di una serie di investimenti mirati. A Dobbiaco è stata rilanciata l'idea di una fiscalità differenziata per le persone e le imprese che vivono e operano in montagna, per contrastare lo spopolamento delle aree interne e l'abbandono delle terre. Le proposte sono raccolte in un manifesto dal titolo "Persone, mestieri, territori". L'evento si è chiuso con la conferenza organizzativa nazionale della Fai Cisl, con oltre duecento dirigenti e delegati presenti. A concludere la giornata è stato Luigi Sbarra: «Stare sul territorio, per una grande Federazione come la Fai – ha detto il segretario generale aggiunto della Cisl – vuol dire svolgere un lavoro quotidiano di presidio e rappresentanza, di tutela e presa in carico della persona, la Fai ha nel proprio patrimonio genetico il tema della presenza nelle periferie, del sostegno alle marginalità, e in questo è un grande esempio per tutta la nostra comunità sindacale».
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