L'agricoltura timidamente cresce. La produzione agricola italiana nei primi tre mesi del 2004 è riuscita ad aumentare il proprio valore aggiunto, contribuendo così al +0,4% totalizzato dal Pil. Un dato positivo, al quale si affianca la segnalazione che i prezzi dell'ortofrutta sembrano essere diminuiti dopo mesi di corse al rialzo. Intanto, la Cia ha fatto ritorno, dopo sette anni di assenza, nell'ambito dell'Associazione Italiana Allevatori(AIA) che due giorni fa ha celebrato la sua assemblea generale dei soci. Semplici segnali, ma pur sempre indicatori di uno sforzo di tenere testa alla recessione, e di "fare sistema".
La crescita del valore aggiunto agricolo nel primo trimestre di quest'anno è, per gli osservatori come Confagricoltura, «un chiaro indice del ruolo importante e propulsivo che l'agricoltura può ancora ricoprire per contribuire allo sviluppo economico del Paese ed alla crescita dell'occupazione». Mentre per Coldiretti rappresenta «il ruolo insostituibile svolto dalle campagne per la sicurezza alimentare dei cittadini, la salvaguardia del paesaggio, la gestione del territorio, il turismo». Più concretamente e con meno retorica, anche l'agricoltura riesce in qualche modo a tenere in piedi la nostra economia. E questo, è un merito che va riconosciuto agli imprenditori agricoli. Così come va riconosciuto che i prezzi di frutta e verdura sono, in queste ultime settimane, notevolmente diminuiti, nonostante il maltempo abbia imperversato sullo Stivale. Anzi, stando alle analisi che ha compiuto Confagricoltura, dal 2003 ad oggi, gli incrementi mensili dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per i prodotti alimentari è stato dello 0,25% mentre nei primi quattro mesi del 2004 di circa 0,09%. Da ciò, si dedurrebbe che gli agricoltori non solo sostengono l'economia, ma contribuiscono in maniera notevole a contenere l'inflazione.
Tutto tenendo conto dei nodi e dei problemi che ancora occorre sciogliere. A partire da quelli legati alla zootecnia di cui si è discusso sempre in questi giorni. Nel corso della assemblea annuale, infatti, il presidente uscente di AIA, Nino Andana, ha chiesto ulteriori risorse finanziarie per far ripartire gli investimenti e per rendere più competitivo il comparto. Specialmente di fronte ai 10 milioni di bovini e dei 40 milioni di suini allevati nei nuovi Stati membri dell'Ue. Si tratta di rafforzare la competitività delle imprese. Un traguardo che è possibile raggiungere con il contributo di tutti. Per questo, il rientro della Cia nell'ambito del "sistema zootecnico" rappresentato dall'AIA è da prendere positivamente.
Rimane una considerazione di fondo. Le leggere crescite di valore aggiunto, l'argine dell'inflazione, la pace - forse - ritrovata nell'ambito della zootecnia italiana, non bastano comunque a far dire che il sistema agroalimentare ha cambiato volto. Pur se anche l'industria alimentare sembra abbia anch'essa ottenuto prestazioni incoraggianti. Tutti questi segnali incoraggiano a sperare che il buio totale lasci il posto almeno ad una pallida luce.
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