Da un lato il lavoro nero, piaga perenne dell'agricoltura, che elude le regole ed impedisce a molti lavoratori nei campi di ricevere i sussidi e le pensioni previste dalla legge, dall'altro l'Inps impegnato ad accatastare chiarimenti e precisazioni sulla previdenza agricola, che non facilitano nei lavoratori la conoscenza dei loro diritti e, nelle aziende del settore, la regolarità dei compiti amministrativi.
Le ultime delucidazioni, emanate il 6 settembre scorso, riguardano gli operai agricoli a tempo determinato e che cadono in malattia. In questa situazione, se nell'anno che precede la malattia hanno lavorato per almeno 51 giornate come "agricolo a tempo indeterminato", hanno diritto alla relativa indennità economica. Il pagamento del sussidio dura per un numero di giornate pari a quelle lavorate nell'anno precedente.
L'Istituto di
previdenza si adegua così a diverse sentenze della Corte di Cassazione che ha riconosciuto valido, ai fini dell'indennità, il requisito minimo delle 51 giornate sia se il lavoro è stato svolto a tempo determinato sia a tempo indeterminato. Altrettanto incisivo il giudizio della Cassazione sulla durata dell'indennizzo, contrariamente al parere dell'Inps che riteneva un periodo massimo da indennizzare di sole trenta giornate.
I lavoratori interessati possono ora richiedere all'Inps di ricalcolare, secondo il nuovo diritto, le indennità di malattia già liquidate. Questi conguagli cadono in prescrizione trascorso un anno dal pagamento iniziale.
Mamma coltivatrice. L'ente di previdenza si adegua anche al criterio di assicurare ad entrambi i genitori una posizione di parità nelle cure fisiche ed affettive del bambino, in particolare per i papà lavoratori dipendenti che hanno un diritto ai periodi di riposo giornaliero per la nascita del figlio solo se la madre è una lavoratrice non dipendente. Questa situazione - precisa l'Inps - si adatta alla coltivatrice diretta oppure la colona, la mezzadra o l'imprenditrice autonoma professionale che abbia già diritto ad un trattamento di maternità a carico dell'Inps o di un altro ente previdenziale. Premesse queste condizioni, i periodi di riposo utilizzabili dal padre vengono ora riconosciuti in misura doppia qualora siano nati dei gemelli.
Nel concreto, i riposi possono essere fruiti anche durante i tre mesi dopo il parto, nonché durante l'eventuale periodo di congedo parentale della madre. La loro durata giornaliera spetta nella misura di 2 ore o di 1 ora a seconda dell'orario di lavoro, così come avviene per i padri la cui moglie sia lavoratrice dipendente.
Contributi 2006. Nei giorni di settembre, intensi per le attività agricole, l'Inps chiama alla cassa i coltivatori diretti, i coloni, i mezzadri e gli imprenditori agricoli professionali. Il giorno 18 (slitta così la data di sabato 16) scade la seconda rata dei contributi pensionistici per l'anno 2006, da versare utilizzando il modello F24.
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