Anche in quelle voci che radiografano l'eclissi di Dio nella cultura contemporanea, ebbene, anche lì il sacro si manifesta. Quasi che si tratti di un magma nascosto, sotterraneo, perfino sottocutaneo, che talvolta esplode in mille rivoli, in cui la religiosità si manifesta talvolta come qualcosa da cui ci si è emancipati o più semplicemente un elemento di cui si ha nostalgia. Annie Ernaux è una delle più celebri scrittrici di oggi. Francese, dalla scrittura cristallina, ha vinto il Premio Strega Europa per il suo libro Gli anni (l'orma). Qui troviamo una constatazione della Francia post-cristiana: «La religione cattolica era scomparsa dall'orizzonte quotidiano senza troppo clamore. Le famiglie non ne trasmettevano più né la conoscenza né gli usi. Eccezion fatta per qualche rito specifico, non se ne sentiva più il bisogno per affermare la propria rispettabilità». Però, come si diceva, carsicamente il bisogno di sacro riappare. Ernaux, nel libro L'altra figlia (l'orma), raccontando la scoperta del fatto che i suoi genitori avevano avuto un'altra bambina, morta a soli due anni, scrive rivolgendosi alla sorella defunta: «"Narrando della tua scomparsa a quella giovane madre, che l'ascoltava per la prima volta, nostra madre trovava il conforto di una sorta di resurrezione».
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