Si chiama Olli, è grande e molto intelligente. Lavora per IBM e si sposta spesso tra Washington, Miami e a Las Vegas. Cosa fa? Regala speranza alle 560mila persone con difficoltà motorie che negli Stati Uniti non escono mai di casa per la mancanza di una rete adeguata di trasporti pubblici. Olli infatti sa riconoscere il linguaggio dei segni e risponde con frasi scritte su pannelli luminosi. Sa adattare luci e schermi video per il trasporto di malati di epilessia fotosensibile, sa utilizzare un linguaggio semplificato con chi soffre di disabilità cognitive, e sa sfruttare i sistemi di scansione per descrivere ai ciechi quello che succede fuori dal veicolo. Tanto vale dirlo: Olli è un minibus. Dotato di intelligenza artificiale. Lo stanno sperimentando negli Usa. E sarà una delle poche, splendide ragioni per dare un senso alla guida autonoma.
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