«L'uomo cerca Dio. Quello che mi avrebbe colpito sarebbe stato che Dio cerca l'uomo, che Dio mi segue». Che l'uomo cerchi Dio è affermazione che la storia delle religioni può attestare da tempo immemorabile: pratiche, riti, tradizioni e rappresentazioni artistiche fin dalla notte dei tempi ci dicono che l'uomo ha sempre provato a mettersi in comunione con quello che considerava una Forza Invisibile. Ma che sia Dio a cercare l'uomo questa è la novità inaudita della tradizione biblica, attestata fin dalla Genesi («Adamo, dove sei?») per poi concludersi in un altro giardino, quello della Pasqua di Cristo («Donna, perché piangi?»). Lo scrittore francese Eric-Emmanuel Schmitt ha saputo, in un suo diario di conversione, rendere ancora più esplicito questo movimento di Dio verso l'umanità, riconoscendo che "Dio segue l'uomo". Già sant'Agostino ci ricordava che Dio è interior intimo meo et superior summo meo, Dio è «all'interno di me più del mio intimo e più in alto della mia parte più alta». Questo è il segreto del cristianesimo: un alternarsi di interiorità ed esteriorità, intimo e storia, anima e vicende terrene, che rende porosa l'esperienza umana. L'intimità dà profondità alla storia, la storia verifica l'interiorità. Dio si manifesta dentro e fuori di noi. È "solo" questione di orecchio e occhio.
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