I colloqui con i familiari sono il momento più atteso per le persone detenute. In molti casi i parenti per incontrarli devono affrontare viaggi lunghi e impegnativi, in cui al costo del biglietto dell'aereo o del treno si aggiungono quelli legati al collegamento con gli istituti di pena, spesso fuori dai centri abitati e raggiungibili solo in taxi o con lunghi pellegrinaggi da fare a piedi, carichi di pacchi e con bambini al seguito. Bruno Palamara, che ha provato sulla sua pelle l'esperienza di vivere “dentro” e ha sperimentato quanto sono preziosi gli affetti per chi vive lontano dai propri cari, si è inventato un servizio di trasporto per i familiari dei carcerati, e gli ha dato un nome evocativo, giocando sul cambio di una vocale che fa la differenza: 41 Bus. Collegandosi al sito omonimo, si dà la possibilità ai familiari di iscriversi al colloquio utilizzando un link che rimanda a quelli dell'amministrazione penitenziaria, di prenotare un treno o un aereo e di utilizzare un servizio navetta a prezzo modico che accompagna fino all'ingresso del carcere. Il servizio è attivo per ora con la casa di reclusione di Opera, alle porte di Milano, ma sono in corso contatti con altri penitenziari. Con un po' di leggerezza, Palamara ha coniato lo slogan: «Andare in carcere non è mai stato così facile».
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