Ambientata alla fine degli anni Trenta questa storia ci porta nella regione più meridionale dei Paesi Bassi,
nel Limburgo,
al confine con la Germania.
Terra spesso spazzata del vento, caldo e furioso d’estate, gelido e tagliente d’inverno. E’ il tempo dell’ennesimo trasloco per la famiglia Boon, ovvero l’ennesimo cambio di lavoro di papà Anton , detto Pap, uomo dai grandi sogni spesso miseramente falliti, ora deciso a metter su un’impresa di sigari. E’ Nonna Mei la vera capofamiglia dei Boon, la donna tutta d’un pezzo che sa come tenere a bada i sette nipoti, quattro ragazzi pronti a dare una mano al padre e tre ragazze,tutti
affidati alle sue cure dopo la morte della loro madre, Mam Cuore di Burro. E’ lei, con la sua valigia piena di foto, la memoria di famiglia, lei la narratrice di storie che sanno incantare, lei la custode di un antico segreto che non vuole raccontare ma verrà a galla piano piano fino a rappresentare una storia dentro la storia – una grande storia d’amore - e a svelarsi completamente solo alla fine del romanzo.
Al centro del racconto sta la nuova casa che ha anche un nome particolare,
il cui significato lasciamo alla scoperta del lettore, Nove braccia spalancate, che dà anche il titolo al libro dell’olandese
Benny
Lindelauf (San Paolo editore; 15 euro). Decadente e fascinosa nello stesso tempo, fuori le mura della città alla fine di una strada tortuosa e polverosa, accanto al cimitero, la casa è un’abitazione misera ed enigmatica con quella sua entrata incomprensibile sul retro e la soglia ad altezza di ginocchio, teatro di un passato misterioso che affiora
grazie alla curiosità e al bisogno delle ragazze di conoscerne la verità su una storia che sentono legata a quella della propria famiglia. Fing, la voce narrante, Muulke e Jes la più piccola e tormentata da una dolorosa vertebra mobile, sono tre adorabili figure, sorelle molto diverse tra loro ma legate
da un affetto profondo, ciascuna a proprio modo impegnata a crescere dentro una famiglia in cui le tribolazioni sono all’ordine del giorno.
Sarà proprio la coraggiosa Fing a far combaciare gli indizi del grande mistero e a lottare perché la verità, come una tempesta,
venga finalmente a travolgere le mille inquietanti
fantasie. Un romanzo fantastico, una lettura per tutte le età.
Sono tempi difficili per i lupi dei Monti Sibillini, nel cuore degli Appennini centrali, a cavallo tra Umbria e Marche. Un inverno aspro, avaro di cibo,
pastori armati decisi a proteggere i propri greggi e cucciolate sempre più scarse minacciano
la sopravvivenza del branco di Rio, un giovane coraggioso esemplare appena subentrato alla guida del gruppo. Ci vuole astuzia, scatto, velocità e intelligenza per ingaggiare una caccia che dia buoni frutti, ci vuole determinazione e coraggio per cercare luoghi più generosi e sconfinare nelle terre di altri lupi e sfidare i nemici. Rischiare di approdare sulle strade trafficate di auto, addentrarsi nella città degli umani dove le insidie
sono impensabili. Ma Rio non si tira mai indietro. Dentro una natura selvaggia e spietata, in cui non si scappa alla legge del più forte, i lupi si affidano alla Luna e affrontano un viaggio tra crepacci, ghiaioni, creste affilate come lame, nebbie pesanti come cortine di ferro, alla conquista di un nuovo territorio scommettendo sulle proprie capacità.
Senza immaginare che il loro cammino e le loro tracce s’intrecceranno con quello di due giovani ricercatori, Lorenzo e Greta, che attraverso la scoperta del mondo dei lupi, troveranno se stessi. La luna è dei lupi (14,90 euro) è il nuovo attesissimo romanzo di Giuseppe Festa – dopo Il passaggio dell’orso e L’ombra del gattopardo tutti pubblicati da Salani-
che qui ci restituisce uno sguardo sulla natura e il mondo animale dall’anomalo punto di vista dei lupi. Che parlano di se stessi e del mondo degli uomini. Imperdibile. Dai 13 anni.
Che ci fanno un pidocchio e una pulce in cucina? Nientemeno che un minestrone. E’ lui a prendere l’iniziativa ma essendo piccolo piccolo e la pentola grande grande finisce per caderci dentro. E avere la peggio. Al pianto della pulce segue il salto della sedia, il ballo del tavolo, lo sbattere della porta e tante altre reazioni che vedono in campo anche il carro, l’uccellino, la fontana… in una lunga tiritera ripetitiva di quelle che la tradizione dialettale ha riccamente tramandato tenendole in vita di generazione in generazione.Per il divertimento dei bambini. ll pidocchio e la pulce (12 euro) una delle fiabe liguri più conosciute, arriva nelle mani dei piccoli lettori in un albo illustrato
da Fiammetta Capitelli e in versione bilingue genovese-italiano (O pigheuggio e a pruxa) grazie al racconto di Anselmo Roveda, genovese doc, autore, una delle colonne portanti della rivista Andersen
e da anni impegnato a studiare e recuperare
il
folklore infantile e l'immaginario popolare della Liguria. Pubblica Egnatia, una giovane casa editrice nata con l’intento di dare voce a tante lingue, attraverso cui
scoprire le culture di diversi popoli, le particolarità e nello stesso tempo gli inevitabili punti d’incontri. Dai 4 anni.
C’è la paura del buio dell’elefantina Titti,
il timore che spenta la luce
qualcuno o qualcosa sbuchi da sotto il letto e c’è la paura del dottore del leoncino Leo,un vero e proprio terrore delle punture che lui vuole fargli. Cocco il coccodrillo sembra coraggioso e invece è ossessionato dalla presenza continua dei mostri che immagina nascosti al parco e pronti ad aggredirlo. Ma come si vede non è il solo. Bruno l’orsetto teme sempre
di perdersi mentre il pinguino Pietro va in panico quando in piscina l’istruttore gli chiede di tuffarsi... Nessuno è immune dalle paure, ma tutti possono trovare la forza e il coraggio di affrontarle per superarle. Come succede ai protagonisti de Le sei storie scaccia paura (Gribaudo editore; 9,90 euro), racconti scritti con garbo da Lodovica Cima, tutti con un finale sorprendente (e illustrati da Chiara Fiorentino). Una lettura tranquillizzante da condividere e ripetere con pazienza con i più piccolini. Dai 4 anni.
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