Bombe e bombardieri: la guerra è anche avventura
lunedì 10 marzo 2014
Nell'ottobre del 1962 il mondo rasentò per un soffio la guerra nucleare, quindi la distruzione totale. La guerra fredda tra Stati Uniti e Urss, con la perenne e reciproca minaccia di usare armi atomiche, raggiunse il momento più critico con la crisi di Cuba, l'isola sul cui territorio gli aerei americani avevano scoperto basi militari sovietiche con la presenza di missili nucleari che avrebbero potuto colpire tutto il territorio degli Stati Uniti. In quel clima in cui gli Usa si sentivano sotto attacco è ambientato il nuovo romanzo di Todd Strasser La bomba (Rizzoli; 14 euro). La bomba è ovviamente quella atomica minacciata dai russi. In quei giorni da incubo e nonostante la paura fosse generalizzata, il papà di Scott - l'undicenne protagonista che racconta in prima persona - è l'unico del quartiere a farsi costruire sotto casa un rifugio antiatomico in cui proteggersi e sopravvivere alle terribili radiazioni in caso di attacco. Scongiurata nella realtà, la tragedia avviene nella finzione del racconto. Ma appena scatta l'allarme ecco scatenarsi la lotta dei vicini di casa in preda al panico per infilarsi nel rifugio. Alla fine il gruppo che a forza invade il minuscolo bunker si troverà ad affrontare lì sotto - mentre fuori si scatena il disastro - giorni pesanti, piene di tensioni e rancori. Il racconto, come si scopre in una nota dell'autore, ha un risvolto autobiografico: Strasser - molti lo ricorderanno come autore de L'onda, da cui è stato tratto anche un film di successo - nel 1962 aveva dodici anni e suo padre fu davvero l'unico del quartiere in cui abitava a farsi costruire un rifugio antiatomico sotto casa.
Dai 14 anni. Ancora bombe e cannonate, ancora una guerra, questa volta lunga e sanguinosa come fu la Grande Guerra. I protagonisti di questo racconto sono quattro ragazzi che abitano in un paesino del Friuli a una manciata di chilometri dal fronte austriaco e vicino a una minuscola base di volo italiana. È l'estate del 1917: l'Italia combatte già da tre anni contro gli austro-ungarici. Nonostante le gravissime perdite umane, la guerra continua a esaltare gli animi e il patriottismo a nutrire i sogni dei giovani. Bepi, Attilio, Ilario e Martino - tutti tra i quindici e i sedici anni - affascinati dagli aerei, Passano pomeriggi con il naso all'insù a osservare i giganti del cielo passare sulle loro teste. Di quei velivoli - i biplani Caproni, veri gioielli
dell'aviazione italiana - ammirano le forme e la potenza, invidiano i piloti - Francesco Baracca è l'eroe del momento - e sognano di essere al loro posto, tra le nuvole, ad alta quota. L'occasione di un'avventura da brivido per i quattro non tarda a presentarsi. Neppure a dirlo, a bordo di un mitico bombardiere Caproni. Il volo dell'Asso di Picche (Einaudi Ragazzi; 11 euro) è la storia di una missione impossibile piena di colpi di scena, raccontata
da Christian Hill, ingegnere aeronautico con la passione della scrittura. La cronaca di un'avventura intrapresa con incoscienza dai quattro giovanissimi amici ma condotta con coraggio e generosità, senza ombra di fanatismo. Al contrario, per il bene del loro Paese e dei tanti soldati mandati al fronte che sentono di dover difendere. Dai 13 anni.
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