"L’Europa si distingua per una solidarietà che, valicandone i confini, possa riportarla al centro della storia". È l'auspicio lanciato da papa Francesco nel discorso pronunciato davanti alla società civile e al corpo diplomatico nei giardini del palazzo presidenziale di Bratislava. In una bella giornata di sole, all'inizio della sua seconda giornata di viaggio in Slovacchia, dopo la tappa di domenica a Budapest (giornata che Francesco trascorrerà interamente nella capitale slovacca) il Papa è arrivato attorno alle 9 al palazzo. Qui è stato accolto dalla presidente Zuzana Čaputova e da due bambini in abiti tradizionali che gli hanno presentato pane e sale in segno di amicizia e accoglienza. Dopo l'incontro a tu per tu, Francesco e il capo dello Stato slovacco hanno tenuto i rispettivi discorsi al corpo diplomatico nel parco alle spalle della residenza presidenziale, confermando che in questo viaggio nel cuore dell'Europa i temi e i problemi europei giocano un ruolo principale.
Il discorso al corpo diplomatico: "All'Ue serve solidarietà"
"È di fraternità che abbiamo bisogno per promuovere un’integrazione sempre più necessaria. Essa urge ora, in un momento nel quale, dopo durissimi mesi di pandemia, si prospetta, insieme a molte difficoltà, una sospirata ripartenza economica, favorita dai piani di ripresa dell’Unione Europea. Si può correre tuttavia il rischio - ha avvertito Francesco - di lasciarsi trasportare dalla fretta e dalla seduzione del guadagno, generando un’euforia passeggera che, anziché unire, divide. La sola ripresa economica, inoltre, non è sufficiente in un mondo dove tutti siamo connessi, dove tutti abitiamo una terra di mezzo. Mentre su vari fronti continuano lotte per la supremazia, questo Paese riaffermi il suo messaggio di integrazione e di pace".
Per la Slovacchia il Papa - che nel giardino è giunto in caddy, veicolo elettrico di solito usato sui campi dal golf, subito dopo l'incontro privato con la presidente - ha auspicato che il Paese continui a essere "un messaggio di pace nel cuore dell'Europa". E ha invitato a prendere esempio dai santi Cirillo e Metodio. "La solidità della loro fede si traduceva, ha detto il Papa, in una spontanea apertura". Quindi, prendendo spunto dal pane e sale che gli erano stati offerti all'arrivo, Francesco ha ricordato che il pane si spezza e si condivide. Dunque bisogna prendersi cura dei più deboli. "Nessuno venga stigmatizzato o discriminato", ha esortato il Pontefice. Venga combattuta la corruzione e promossa la giustizia e non manchi mai il pane del lavoro. Occorre poi il "il sale della solidarietà". E si educhino a questo soprattutto i giovani. "L'ingrediente che manca è la cura degli altri. Sentirsi responsabili per qualcuno dà gusto alla vita e permette di scoprire che quanto diamo è in realtà un dono che facciamo a noi stessi". Perciò il Papa ha messo in guardia da una mentalità che svuota di senso la libertà, riconducendo il progresso al guadagno e i diritti ai soli bisogni individualistici. Tuttavia la fede non va propagata con "le guerre culturali, ma con la semina paziente del Regno di Dio". E specie in tempi di pandemia "occorre rimboccarsi le maniche per costruire insieme il futuro".
La presidente Čaputova gli ha fatto eco, sottolineando che "Il mondo deve affrontare numerose crisi e l'unico modo per superarle consiste nella collaborazione. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è lo spirito di collaborazione".
Sul libro d’onore del Palazzo Presidenziale il Papa ha scritto: “Pellegrino a Bratislava, abbraccio con affetto il popolo slovacco e prego per questo Paese dalle radici antiche e dal volto giovane, perché sia un messaggio di fraternità e di pace nel cuore dell’Europa".
Piccolo fuori programma prima del successivo incontro nella Cattedrale di San Martino, dove sono raccolti i vescovi, i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i seminaristi e i catechisti. I giornalisti gli chiedono come sta e lui risponde "Sono ancora vivo". All'interno poi Francesco è tornato a mettere l'accento sul fatto che "la Chiesa non è una fortezza, un potentato, un castello situato in alto che guarda il mondo con distanza e sufficienza". L'immagine che il Papa richiama è proprio quella del castello di Bratislava, che domina il Danubio dall'alto di una collina. "Ma la Chiesa è la comunità che desidera attirare a Cristo". Perciò deve "abitare dentro il mondo", immergendosi nei problemi reali della gente e rispondendo alle sue domande. La prima della quali è la domanda di libertà. Non avere "tutte le cose predefinite, le leggi da osservare, la sicurezza e l'uniformità". Bisogna invece "essere cristiani responsabili e adulti, che pensano, interrogano la propria coscienza, si lasciano mettere in discussione". "Non abbiate timore di formare le persone a un rapporto maturo e libero con Dio", raccomanda. "L'annuncio del Vangelo sia liberante, mai opprimente. E la Chiesa sia segno di libertà e di accoglienza". Infine il Pontefice esorta i vescovi e la comunità ecclesiale slovacca a vivere una fede creativa. Come fecero Cirillo e Metodio. "L'evangelizzazione è un processo di inculturazione: è seme fecondo di novità, è la novità dello Spirito che rinnova ogni cosa". E dunque "una Chiesa che sa dialogare con il mondo, anche con chi non crede". L'ultimo pensiero della intensa mattinata, Francesco lo ha rivolto al cardinale Korec, gesuita, perseguitato dal regime comunista e messo in prigione, dove si ammalò. "Quando venne a Roma per il Giubileo del 2000, ha ricordato il Papa riscuotendo l'applauso dei presenti, andò nelle catacombe e accese un lumino per i suoi persecutori". La forza del perdono, "chi ci chiama ad essere artigiani di pace e di concordia".
Il programma di oggi
Il programma odierno prevede alle 9.15, al Palazzo presidenziale, la cerimonia di benvenuto, alle 9.30 la visita di cortesia alla presidente della Repubblica Zuzana Caputova nella Sala d'Oro, alle 10 l'incontro con le autorità, la società civile e il Corpo diplomatico nel giardino.
Alle 10.45 il Papa sarà nella Cattedrale per l'incontro con i vescovi, i sacerdoti, i religiosi/e, i seminaristi e i catechisti. Alle 16 il Pontefice visiterà privatamente il "Centro Betlemme" delle suore di Madre Teresa, mentre alle 16.45 incontrerà la comunità ebraica in Piazza Rybné námestie. Alle 18.00 e alle 18.15 saranno invece il presidente del Parlamento Boris Kollar e poi il primo ministro Eduard Heger a recarsi in visita al Papa presso la Nunziatura apostolica.