venerdì 4 agosto 2023
Davanti a 800mila giovani, Francesco chiama a correre il rischio dell'amore. "Il Signore cammina con noi e va verso la croce perché la nostra anima possa sorridere".
Un momento della Via Crucis a Lisbona

Un momento della Via Crucis a Lisbona - Cristian Gennari

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Tutti i dolori del mondo in quelle 14 stazioni. Ma per paradosso, anche tutte le speranze. Perché la croce è amore e dall’amore viene il superamento del la morte. E allora papa Francesco, all’inizio del cammino della croce sul grande palco intorno al quale sono assiepati 800mila giovani che per il secondo giorno consecutivo gremiscono il Parque Eduardo VII al centro di Lisbona, lancia il suo appello: «Occorre correre il rischio di amare, Gesù ci accompagna sempre».
Il Pontefice non segue il discorso preparato, ma in una sorta di dialogo con i ragazzi li invita prima a pensare che cosa li fa piangere. E poi alle proprie ansie e solitudini. Per suscitare in loro la certezza che proprio là nel pianto, nelle ansie, nelle tristezze, Gesù si fa vicino e cammina con loro. «Gesù cammina - dice - ma aspetta qualcosa: la nostra compagnia. Che non siamo anime chiuse. Gesù cammina e spera con la sua tenerezza di darci consolazione». La Giornata mondiale è esattamente il luogo in cui riflettere su questo. Perché, ricorda Francesco, «la croce, che accompagna ogni Gmg è il santo segno dell’amore più grande, l’amore con cui Cristo vuole abbracciare la nostra vita». Anche e soprattutto nei momenti peggiori. Papa Bergoglio infatti chiede: «Vi faccio una domanda: piangete a volte? Ci sono cose nella vita che fanno piangere? Là c'è Gesù perché ci accompagna nell'oscurità. Gesù con la sua tenerezza vuole colmare la nostra solitudine, le nostre paure oscure, con la sua consolazione. Occorre correre il rischio di amare e Lui ci accompagna sempre».
Quindi riferendosi alle meditazioni della Via Crucis, aggiunge: «Oggi faremo il cammino delle nostre ansie e solitudini. Ognuno pensi alle proprie ansie, alle miserie, che danno paura, ma ci pensi. E che l'anima torni a sorridere. Gesù va verso la croce perché la nostra anima possa sorridere».
È l’avvio della Via Crucis della 37ª Giornata mondiale della gioventù. Un sacro rito di grande impatto visivo. Gli organizzatori hanno infatti scelto la via verticale, facendo muovere la croce sulle terrazze del muro celeste che sovrasta il palco papale, quasi disegnando lo skyline di una città. E su questo straordinario sfondo, giovani e bravissimi ballerini disegnano coreografie aeree e in alcuni casi perfino acrobatiche, che mimano le diverse stazioni a ritmo di musica, suonata dal vivo. L’effetto è impressionante, tanto che anche Papa Francesco alla fine li chiama a sé per una foto ricordo tutti insieme, tra lacrime di commozione e grande affetto, mentre un velo di un sole al tramonto avvolge il tutto in un abbraccio di luce radente.
Sui maxischermi scorrono le testimonianze di tre ragazzi. Esther, 34 anni, spagnola, rimasta su una sedie a rotelle dopo un incidente. Racconta della sua vita lontana da Dio, di relazioni more uxorio e anche di un aborto "perché pensavo che il bambino non fosse ancora una persona". Fino a quando ha riscoperto l’abbraccio di Dio grazie ai Centri di orientamento familiare e ora è sposata con Nacho. Il portoghese Joao di 23 anni, vittima di bullismo a scuola, racconta di essere andato in crisi per paura della pandemia. E di come ne sia uscito grazie all’aiuto di chi nella Chiesa l’ha accolto. Infine Caleb, 29 anni, degli Stati Uniti, ferito dal «divorzio orribile» dei suoi genitori, fino a diventare tossicodipendente, dice di se stesso: «Sono una pecorella smarrita che Gesù è venuto a cercare» attraverso una donna che ora è sua moglie e che lo ha riportato nella Chiesa cattolica.
E poi ci sono i testi delle meditazioni. C’è l’eco della mancanza di futuro per i giovani «quando non si riesce a trovare lavoro e l’accesso all’istruzione è impossibile». Della guerra e della violenza anche «nei matrimoni e nelle relazioni, degli abusi sui minori. Dell’egoismo che porta a guardare solo se stessi, «concentrati sul proprio cellulare» «un selfie dopo l’altro», aspettando i like degli altri. Di un «mondo pieno di esclusioni e intolleranze» e di «persone che non possono esprimere liberamente le loro idee». Di «ansia, depressione, problemi alimentari, burnout. E ancora: di «consumo incontrollato delle risorse della vita», di «estinzione di alcune specie», di «devastazione delle foreste». Come pure di persone scartate (ad esempio gli anziani). Mentre c’è chi fugge dalla guerra, dalla fame, dalla mancanza d’acqua, dalle persecuzioni politiche.
Ma per ogni caduta (anche la droga, la pornografia, l’alcol), risuona soprattutto la voce di Gesù. «Io cado con te per rialzarti con me», dice un passaggio delle meditazioni. Sembra scritto per ribadire le parole con cui il Papa aveva chiuso il suo discorso a braccio. «Gesù cammina per dare la sua vita per me, e nessuno ha più amore di chi dà la vita per gli altri. Non dimenticate questo».

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