mercoledì 27 aprile 2022
Le scuse di Francesco: vi saluterò seduto, questo ginocchio non finisce di guarire
Il Papa: chi può fermare la guerra, ascolti il nostro grido di pace
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Vi chiedo di perseverare nella preghiera incessante per la pace. Tacciano le armi, affinché quelli che hanno il potere di fermare la guerra, sentano il grido di pace dell’intera umanità!”.

È l’ennesimo appello per la pace in Ucraina, lanciato dal Papa al termine dell’udienza di oggi, durante i saluti ai fedeli di lingua portoghese. Salutando, poco prima, i pellegrini polacchi, li aveva esortati con queste parole: “Oggi, nell’ottavo anniversario della canonizzazione di San Giovanni Paolo II, per sua intercessione, chiediamo di essere fedeli testimoni di Cristo e del suo amore misericordioso nel mondo, in famiglia e nei luoghi di lavoro”.

Salutando, infine, i pellegrini italiani Francesco ha salutato, tra glia altri, la società di calcio Isola d’Elba: “Vinceranno il campionato!”, ha detto a braccio. Infine, “un pensiero speciale ai fedeli di Vignale Monferrato”, accompagnati dal vescovo, a cui il Papa ha rinnovato la sua gratitudine “per quanto hanno fatto in favore del giovane del Ghana, malato terminale”.

IL TESTO DELLA CATECHESI

“I vecchi sono belli!”. Ad esclamarlo, a braccio, è stato il Papa, nella catechesi dedicata al libro di Rut e a sfatare quei “luoghi comuni sui legami di parentela creati dal matrimonio, soprattutto quello fra suocera e nuora”. “Vi invito a riscoprire il libro di Rut! Specialmente nella meditazione sull’amore e nella catechesi sulla famiglia”, l’invito di Francesco da piazza San Pietro: “Questo piccolo libro contiene anche un prezioso insegnamento sull’alleanza delle generazioni: dove la giovinezza si rivela capace di ridare entusiasmo all’età matura – questo essenziale, quando la giovinezza ridà entusiasmo agli anziani – la vecchiaia si scopre capace di riaprire il futuro per la giovinezza ferita”.

“In un primo momento, l’anziana Noemi, pur commossa per l’affetto delle nuore, rimaste vedove dei suoi due figli, si mostra pessimista sul loro destino all’interno di un popolo che non è il loro”, ha raccontato Francesco: “Perciò incoraggia affettuosamente le giovani donne a ritornare nelle loro famiglie per rifarsi una vita, erano giovani queste donne, vedove. Dice: ‘Non posso fare niente per voi’”. “Già questo appare un atto d’amore”, ha commentato il Papa: “la donna anziana, senza marito e senza più figli, insiste perché le nuore la abbandonino. Però, è anche una sorta di rassegnazione: non c’è futuro possibile per le vedove straniere, prive della protezione del marito”. “Rut sa questo e resiste a questa generosa offerta: non vuole andarsene da casa sua”, ha proseguito Francesco: “Il legame che si è stabilito tra suocera e nuora è stato benedetto da Dio: Noemi non può chiedere di essere abbandonata”.

In certi casi, la tendenza dei vecchi al pessimismo ha bisogno di essere contrastata dalla pressione affettuosa dei giovani”. Ne è convinto il Papa che si è soffermato sul legame tra suocera e nuora, a partire dal libro di Rut. “Di fatto, Noemi, commossa dalla dedizione di Rut, uscirà dal suo pessimismo e addirittura prenderà l’iniziativa, aprendo per Rut un nuovo futuro”, ha raccontato Francesco: “Istruisce e incoraggia Rut, vedova di suo figlio, a conquistarsi un nuovo marito in Israele. Booz, il candidato, mostra la sua nobiltà, difendendo Rut dagli uomini suoi dipendenti. Purtroppo, è un rischio che si verifica anche oggi”. "Il nuovo matrimonio di Rut si celebra e i mondi sono di nuovo pacificati", ha proseguito il Papa: “Le donne di Israele dicono a Noemi che Rut, la straniera, vale ‘più di sette figli’ e che quel matrimonio sarà una benedizione del Signore. Noemi, che era piena di amarezza e diceva che il suo nome era ‘amarezza’, rivive e nella sua vecchiaia conoscerà la gioia di avere una parte nella generazione di una nuova nascita”. “Guardate quanti miracoli accompagnano la conversione di questa anziana donna!”, ha esclamato Francesco: “Lei si converte all’impegno di rendersi disponibile, con amore, per il futuro di una generazione ferita dalla perdita e a rischio di abbandono”.

“Vi chiedo scusa perché vi saluterò seduto, perché questo ginocchio non finisce di guarire e non posso essere in piedi tanto tempo. Scusatemi per questo” così si è espresso papa Francesco al termine dell’udienza in piazza San Pietro. Come era già accaduto mercoledì scorso, durante la prima udienza tornata dall’Aula Paolo VI in piazza San Pietro, Francesco era arrivato alla sua postazione al centro del sagrato a bordo della papamobile.

IL VIDEO DELL'UDIENZA GENERALE

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