mercoledì 17 marzo 2021
Francesco al termine dell’udienza generale fa un appello perché cessino le violenze in Myanmar. Nella catechesi: "Non preghiamo come "pappagalli", rivolgiamoci allo Spirito Santo
La foto simbolo dalla suora inginocchiata davanti ai militari

La foto simbolo dalla suora inginocchiata davanti ai militari - Frame SkyNews

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Il primo compito dei cristiani è mantenere vivo questo fuoco, che Gesù ha portato sulla terra: e questo fuoco è l’amore di Dio, lo Spirito Santo”. È la consegna del Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, dedicata alla preghiera con la Trinità e trasmessa in diretta streaming dalla Biblioteca privata del Palazzo apostolico. IL TESTO INTEGRALE

Senza il fuoco dello Spirito le profezie si spengono, la tristezza soppianta la gioia, l’abitudine sostituisce l’amore, il servizio si trasforma in schiavitù”, il monito di Francesco, che ha citato l’immagine della lampada accesa accanto al tabernacolo, dove si conserva l’Eucaristia: “Anche quando la chiesa si svuota e scende la sera, anche quando la chiesa è chiusa, quella lampada rimane accesa, continua ad ardere: non la vede nessuno, eppure arde davanti al Signore. Così lo Spirito Santo nel nostro cuore: sempre presente, come quella lampada”.

L'udienza

L'udienza - .

Tante volte succede che noi non preghiamo, non abbiamo voglia di pregare, non sappiamo pregare, o tante volte preghiamo come pappagalli, con la bocca ma il cuore è lontano”, ha proseguito il Papa a braccio: “Questo è il momento di dire: ‘Vieni, Spirito Santo, riscalda il mio cuore, insegnami a pregare, a guardare il Padre, a guardare il Figlio. Insegnami qual è la strada della fede, insegnami ad amare e, soprattutto, insegnami ad avere un atteggiamento di speranza”. “Chiamare lo Spirito, continuamente, perché sia presente nelle nostre vite”, l’invito ancora fuori testo.

“Il primo dono di ogni esistenza cristiana è lo Spirito Santo. Non è uno dei tanti doni, ma il dono fondamentale. Lo Spirito è il dono che Gesù aveva promesso di inviarci”. A ribadirlo è stato il Papa, nella seconda udienza generale dedicata alla preghiera “come relazione con la Santissima Trinità, in particolare con lo Spirito Santo”. “Senza lo Spirito non c’è relazione con Cristo e con il Padre”, il monito di Francesco dalla Biblioteca privata del Palazzo apostolico, da dove viene trasmessa in diretta streaming la catechesi: “Perché lo Spirito apre il nostro cuore alla presenza di Dio e lo attira in quel vortice di amore che è il cuore stesso di Dio”. “Noi non siamo solo ospiti e pellegrini nel cammino su questa terra, siamo anche ospiti e pellegrini nel mistero della Trinità”, ha spiegato Francesco: “Siamo come Abramo, che un giorno, accogliendo nella propria tenda tre viandanti, incontrò Dio. Se possiamo in verità invocare Dio chiamandolo ‘Abbà – Papà’, è perché in noi abita lo Spirito Santo; è Lui che ci trasforma nel profondo e ci fa sperimentare la gioia commovente di essere amati da Dio come veri figli”. “Tutto il lavoro spirituale dentro di noi verso Dio lo fa lo Spirito Santo, questo dono – ha proseguito il Papa a braccio – che lavora per portare avanti la vita cristiana, verso il Padre, con Gesù”.

Lo Spirito Santo “ci ricorda Gesù e lo rende presente a noi, possiamo dire che è la nostra memoria trinitaria”, cioè “rende presente Gesù nella nostra coscienza”. Lo ha spiegato il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, dedicata alla preghiera con la Trinità e trasmessa in diretta streaming dalla Biblioteca privata del Palazzo apostolico. “Se Cristo fosse solo lontano nel tempo, noi saremmo soli e smarriti nel mondo”, ha proseguito Francesco: “È lo Spirito che lo porta adesso, in questo momento, nel nostro cuore. Ma nello Spirito tutto è vivificato: ai cristiani di ogni tempo e luogo è aperta la possibilità di incontrare Cristo, non ricordarlo soltanto come un personaggio storico”. “Lui attira Cristo nei nostri cuore, è lo Spirito che fa l’incontro con Cristo”, ha aggiunto a braccio: “Lui non è distante, è con noi: ancora educa i suoi discepoli trasformando il loro cuore, come fece con Pietro, con Paolo, con Maria di Magdala, con tutti gli apostoli. Ma perché è presente Gesù? Perché è lo Spirito a portarlo a noi”. “È l’esperienza che hanno vissuto tanti oranti”, ha commentato il Papa: “Uomini e donne che lo Spirito Santo ha formato secondo la ‘misura’ di Cristo, nella misericordia, nel servizio, nella preghiera, nella catechesi… È una grazia poter incontrare persone così: ci si accorge che in loro pulsa una vita diversa, il loro sguardo vede oltre”. “Non pensiamo solo ai monaci, agli eremiti”, l’invito: “Si trovano anche tra la gente comune, gente che ha intessuto una lunga storia di dialogo con Dio, a volte di lotta interiore, che purifica la fede. Questi testimoni umili hanno cercato Dio nel Vangelo, nell’Eucaristia ricevuta e adorata, nel volto del fratello in difficoltà, e custodiscono la sua presenza come un fuoco segreto”.

Il video dell'udienza generale

L'appello per il Myanmar del Papa

Il Papa, ancora una volta, dà voce alla sua preoccupazione per la drammatica situazione nel Myanmar. "Ancora una volta e con tanta tristezza - dice il Papa alla fine dell'udienza generale - sento l'urgenza di evocare la drammatica situazione in Myanmar dove tante persone, soprattutto giovani, stanno perdendo la vita per offrire speranza al loro Paese".
"Anche io - dice Francesco - mi inginocchio sulle strade del Myanmar e dico: cessi la violenza, anche io stendo le mie braccia e dico: prevalga il dialogo. Il sangue non risolve niente. Prevalga il dialogo!".

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