mercoledì 16 ottobre 2024
Parole forti quelle di Francesco pronunciate al termine dell’udienza generale del mercoledì tenuta in piazza San Petro davanti a migliaia di fedeli
Papa Francesco durante l'Udienza Generale

Papa Francesco durante l'Udienza Generale - ANSA

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Il Papa ha lanciato un nuovo accorato appello per la pace nel mondo. «Non dimentichiamo – ha ribadito - i Paesi in guerra: non dimentichiamo la martoriata Ucraina, la Palestina, Israele, Myanmar. Fratelli e sorelle non dimentichiamo che la guerra sempre, sempre è una sconfitta. E preghiamo per la pace, lottiamo per la pace». Parole forti quelle di Francesco pronunciate al termine dell’udienza generale del mercoledì tenuta in piazza San Petro davanti a migliaia di fedeli provenienti dall’Italia e dal mondo.

Nel suo discorso il Papa riprendendo il ciclo di catechesi “Lo Spirito e la Sposa. Lo Spirito Santo guida il popolo di Dio incontro a Gesù nostra speranza”, ha incentrato la sua meditazione sul tema: “Credo nello Spirito Santo”. Lo Spirito Santo nella fede della Chiesa. In pratica con questa catechesi si è passati da ciò che sullo Spirito Santo ci è stato rivelato nella Sacra Scrittura a come Egli è presente e operante nella vita della Chiesa.
In particolare Francesco ha spiegato il significato della parte del Credo dedicata allo Spirito Santo. Toccando anche la questione del “Filioque”. Infatti nella formulazione originaria risalente al Concilio di Costantinopoli del 381 si affermava che lo Spirito Santo “procede dal Padre”. «La Chiesa latina – ha ricordato il Papa - ben presto integrò questa affermazione aggiungendo, nel Credo della Messa, che lo Spirito Santo procede “anche dal Figlio”. Siccome in latino l’espressione “e dal Figlio” si dice “Filioque”, ne è nata la disputa conosciuta con questo nome, che è stata la ragione (o il pretesto) per tante dispute e divisioni tra Chiesa d’Oriente e Chiesa d’Occidente». «Non è certo il caso – ha proseguito il Pontefice - di trattare qui tale questione che, del resto, nel clima di dialogo instauratosi tra le due Chiese, ha perso l’asprezza di un tempo e oggi permette di sperare in una piena accettazione reciproca, come una delle principali “differenze riconciliate”». «Fra i cristiani – ha aggiunto a braccio - ci sono tante differenze, di questa scuola o dell'altra, protestante… Ma l'importante è che le differenze siano riconciliate nell'amore di camminare insieme».
Nel Credo si proclama che lo Spirito Santo è “vivificante”, cioè dà la vita». «La vita che ci è data dallo Spirito Santo – ha spiegato Francesco - è vita eterna! La fede ci libera dall’orrore di dover ammettere che tutto finisce qui, che non c’è alcun riscatto per la sofferenza e l’ingiustizia che regnano sovrane sulla terra». E poi ci sono le parole di San Paolo nella Lettera ai Romani: «Se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi». «Coltiviamo questa fede – ha concluso il Papa - anche per chi, spesso non per colpa propria, ne è privo e non riesce a dare un senso alla vita. E non dimentichiamo di ringraziare Colui che, con la sua morte, ci ha ottenuto questo dono inestimabile!».
Nei saluti prima della benedizione finale Francesco ha rivolto «un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana». In particolare ha salutato «i partecipanti al convegno mondiale di Radio Maria, provenienti da diversi Paesi e li esorto a diffondere i valori della fraternità e della solidarietà, facendosi eco della vita della Chiesa». E poi «i fedeli di Roseto Valforte e quelli di Polla, come pure i Sottoufficiali dei Carabinieri in congedo». Francesco ha salutato «con affetto i cresimati della diocesi di Faenza-Modigliana, accompagnati dal loro vescovo monsignor Mario Toso; cari ragazzi, aprite il cuore ai suggerimenti dello Spirito Santo per essere coraggiosi testimoni del Vangelo». Quindi un pensiero «ai giovani, agli ammalati, agli anziani e agli sposi novelli». E il ricordo che domani «la liturgia ci fa celebrare la memoria di sant’Ignazio di Antiochia, pastore ardente di amore per Cristo». «Il suo esempio – è l’esortazione di Francesco - aiuti tutti a riscoprire la gioia di essere cristiani».
Salutando i polacchi, in particolare i partecipanti alla conferenza dedicata al Beato don Popiełuszko, tenutasi a Roma nel 40° anniversario del suo martirio, il Papa ha aggiunto: «Questo Beato, che ha insegnato a vincere il male con il bene, vi sostenga nel costruire l’unità nello spirito della verità e del rispetto per la dignità della persona umana». Mentre rivolgendosi ai pellegrini in lingua spagnola ha ricordato che domenica prossima si celebrerà la Giornata Missionaria Mondiale, nella quale canonizzerà quattordici beati. «Vi invito – ha esortato Francesco - a conoscere questi nuovi santi e a chiedere la loro intercessione, poiché sono una chiara testimonianza dell'azione dello Spirito Santo nella vita della Chiesa».



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