mercoledì 26 giugno 2019
La Chiesa è “fraternità” che “sceglie la via della comunione e dell’attenzione ai bisognosi”. Fare delle nostre comunità “luoghi in cui accogliere”.
(Ansa)

(Ansa)

COMMENTA E CONDIVIDI

Non c'è posto per l'egoismo nell'anima di un cristiano: se il tuo cuore è egoista, non sei cristiano, sei un mondano che soltanto cerca il suo favore, il suo profitto".
Lo ha detto papa Francesco nell'udienza generale, nella quale ha proseguito il suo ciclo di catechesi sugli Atti degli Apostoli. "Diversamente dalla società umana, dove si tende a fare i propri interessi a prescindere o persino a scapito degli altri - ha spiegato il Pontefice -, la comunità dei credenti bandisce l'individualismo per favorire la condivisione e la solidarietà".
"Luca ci dice che i credenti stanno insieme - ha quindi proseguito -. La prossimità e l'unità sono lo stile dei redenti: vicini, preoccupati l'uno per l'altro, non per sparlare dell'altro, no, per aiutarsi e per avvicinarsi".

"Condividere, immedesimarsi con gli altri e a dare secondo il bisogno di ciascuno", gli imperativi dei discepoli di Cristo: "Un modo questo di ascoltare il grido del povero, cosa che piace molto a Dio, e di restituirgli quello che gli corrisponde", ha raccomandato il Papa, secondo il quale "la Chiesa è la comunità capace di condividere con gli altri non solo la Parola di Dio, ma anche il pane. Per questo essa diventa matrice di un’umanità nuova capace di trasfigurare il mondo, di immettere nella società il fermento della giustizia, della solidarietà e della compassione". "Preoccuparsi dell’altro", l’invito a braccio: "visitare gli ammalati, coloro che sono nel bisogno e hanno bisogno di consolazione".

"Proprio perché sceglie la via della comunione e dell’attenzione ai bisognosi, questa fraternità che è la Chiesa può vivere una vita autentica".

Nel libro degli Atti degli Apostoli si legge che i credenti "ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo". Il racconto degli Atti, per Francesco, "ci ricorda che il Signore garantisce la crescita della comunità: il perseverare dei credenti nell'alleanza genuina con Dio e con i fratelli diventa forza attrattiva che affascina e conquista molti, principio grazie al quale vive la comunità credente di ogni tempo". "Preghiamo lo Spirito Santo – l’auspicio finale – perché faccia delle nostre comunità luoghi in cui accogliere e praticare la vita nuova, le opere di solidarietà e di comunione, luoghi in cui le liturgie siano incontro con Dio, che diviene comunione con i fratelli e le sorelle, luoghi che siano porte aperte sulla Gerusalemme celeste”.

IL SALUTO DEL PAPA AI PELLEGRINI MESSICANI «ACCOGLIENTI CON I MIGRANTI»

Un saluto particolare ai pellegrini messicani, perché "tanto accoglienti con i migranti". Così papa Francesco nei saluti ai fedeli in lingua spagnola, si rivolge a braccio fedeli provenienti dall'arcidiocesi di Tlalnepantla, guidati da monsignor Josè Antonio Fernandez Hurtado, alla delegazione dello Stato di Tlaxcala, di Saltillo, Città del messico e alla parrocchia San Antonio de Padue di Guadalajara.
Il saluto del Pontefice arriva proprio quando dal Messico, si documenta l'ennesima dolorosa tragedia dei migranti: un padre (cittadino salvadoregno) e sua figlia di 23 mesi morti annegati nel Rio Grande mentre cercavano di attraversare il confine con gli Stati Uniti, evitando il muro che si sta costruendo su volere del presidente Trump. La foto dei due corpi, riversi a faccia in giù nell'acqua, sta indignando l'America.


© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: