Papa Francesco ha presieduto nella Basilica Vaticana la Veglia nella Notte di Pasqua.
OItre al libretto della celebrazione della Veglia di Pasqua celebrata da papa Francesco, il sito della Santa Sede ha pubblicato il testo integrale dell'omelia di Papa Francesco.
Il rito è iniziato nell'atrio della Basilica di San Pietro con la benedizione del fuoco e la preparazione del cero pasquale.
I più giovani sono l'italiano Gabriel Latyr Gallo e il maltese Isaac Jason Scicluna.
«Cristo risorge nei volti di chi ha perso sogni e dignità»
Nell’omelia della Veglia Pasquale papa Francesco ha paragonato il passo di Maria e Maria di Magdala, «stanco di confusione», e i loro volti, pallidi, bagnati dalle lacrime «davanti al sepolcro, tra il dolore e l’incapacità di rassegnarsi» ai tanti volti della sofferenza quotidiana.
«Nel volto di queste donne - ha proseguito il Papa - possiamo trovare i volti di tante madri e nonne, il volto di bambini e giovani che sopportano il peso e il dolore di tanta disumana ingiustizia. Vediamo riflessi in loro i volti di tutti quelli che, camminando per la città, sentono il dolore della miseria, il dolore per lo sfruttamento e la tratta. In loro vediamo anche i volti di coloro che sperimentano il disprezzo perché sono immigrati, orfani di patria, di casa, di famiglia; i volti di coloro il cui sguardo rivela solitudine e abbandono perché hanno mani troppo rugose. Esse riflettono il volto di donne, di madri che piangono vedendo che la vita dei loro figli resta sepolta sotto il peso della corruzione che sottrae diritti e infrange tante aspirazioni, sotto l’egoismo quotidiano che crocifigge e seppellisce la speranza di molti, sotto la burocrazia paralizzante e sterile che non permette che le cose cambino».
«Nel loro dolore, esse hanno il volto di tutti quelli che, camminando per la città, vedono crocifissa la dignità»
«Anche i nostri volti parlano di ferite, parlano di tante infedeltà – nostre e degli altri –, parlano di tentativi e di battaglie perse. Il nostro cuore sa che le cose possono essere diverse, però, quasi senza accorgercene, possiamo abituarci a convivere con il sepolcro, a convivere con la frustrazione. Di più, possiamo arrivare a convincerci che questa è la legge della vita anestetizzandoci con evasioni che non fanno altro che spegnere la speranza posta da Dio nelle nostre mani. Così sono, tante volte, i nostri passi, così è il nostro andare, come quello di queste donne, un andare tra il desiderio di Dio e una triste rassegnazione. Non muore solo il Maestro: con Lui muore la nostra speranza».
Poi la scossa, l'annuncio. «E’ risorto come aveva detto!». E la Risurrezione di Cristo che riapre l'orizzonte della speranza per tutti. «Il palpitare del Risorto ci si offre come dono, come regalo, come orizzonte. Il palpitare del Risorto è ciò che ci è stato donato e che ci è chiesto di donare a nostra volta come forza trasformatrice, come fermento di nuova umanità. Con la Risurrezione Cristo non ha solamente ribaltato la pietra del sepolcro, ma vuole anche far saltare tutte le barriere che ci chiudono nei nostri sterili pessimismi, nei nostri calcolati mondi concettuali che ci allontanano dalla vita, nelle nostre ossessionate ricerche di sicurezza e nelle smisurate ambizioni capaci di giocare con la dignità altrui».
«Ognuno di noi è entrato nel proprio Sepolcro, vi invito a uscire»
La Pasqua di Resurrezione «è la sorpresa di Dio per il suo popolo fedele: rallegrati, perché la tua vita nasconde un germe di risurrezione, un’offerta di vita che attende il risveglio».
«Ed ecco ciò che questa notte ci chiama ad annunciare: il palpito del Risorto, Cristo vive! Ed è ciò che cambiò il passo di Maria Maddalena e dell’altra Maria: è ciò che le fa ripartire in fretta e correre a dare la notizia (cfr Mt 28,8); è ciò che le fa tornare sui loro passi e sui loro sguardi; ritornano in città a incontrarsi con gli altri.
Come con loro siamo entrati nel sepolcro, così con loro vi invito ad andare, a ritornare in città, a tornare sui nostri passi, sui nostri sguardi. Andiamo con loro ad annunciare la notizia, andiamo… In tutti quei luoghi dove sembra che il sepolcro abbia avuto l’ultima parola e dove sembra che la morte sia stata l’unica soluzione. Andiamo ad annunciare, a condividere, a rivelare che è vero: il Signore è Vivo. E’ vivo e vuole risorgere in tanti volti che hanno seppellito la speranza, hanno seppellito i sogni, hanno seppellito la dignità».
E l'invito finale di papa Francesco a lasciare che la tenerezza di Cristo e il suo amore muovano i nostri passi, «lasciamo che il battito del suo cuore trasformi il nostro debole palpito».
Altre immagini della celebrazione:
Il video della Veglia Pasquale celebrata da papa Francesco