venerdì 19 novembre 2021
L'udienza ai partecipanti a un convegno internazionale: sfruttare i più piccoli è contro la dignità umana e nega il loro diritto alla salute, all'istruzione e a una crescita armoniosa
Papa Francesco in un'udienza dell'11 giugno 2014

Papa Francesco in un'udienza dell'11 giugno 2014 - Archivio Ansa

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Il lavoro minorile "è sfruttamento dei bambini nei processi produttivi dell'economia globalizzata a vantaggio di profitti e di guadagni altrui. È negazione del diritto dei bambini alla salute, all'istruzione, a una crescita armoniosa, che comprenda anche la possibilità di giocare e di sognare. Questo è tragico: il bambino che non può giocare, che non può sognare, non può crescere. È derubare del futuro i bambini e dunque l'umanità stessa. È lesione della dignità umana". Così il Papa ricevendo in udienza i partecipanti alla Conferenza Internazionale "Sradicare il lavoro minorile, costruire un futuro migliore".

"Lascia allibiti e turbati il fatto che nelle economie contemporanee, le cui attività produttive si avvalgono delle innovazioni tecnologiche, tanto che si parla di 'quarta rivoluzione industriale', persista in ogni parte del globo l'impiego dei bambini in attività lavorative", ha detto papa Francesco ai partecipanti alla Conferenza Internazionale promossa dalla Commissione vaticana Covid-19 del Dicastero per lo Sviluppo umano integrale, con la collaborazione della Missione permanente della Santa Sede presso la Fao, che ha luogo oggi pomeriggio.

"Questo - ha proseguito durante l'udienza nella Sala del Concistoro - pone a rischio la loro salute, il loro benessere psico-fisico e li priva del diritto all'istruzione e a vivere l'infanzia con gioia e serenità". E per il Pontefice, "la pandemia ha ulteriormente aggravato la situazione".

Secondo Francesco, "la piaga dello sfruttamento lavorativo dei bambini" è "di particolare importanza per il presente e per il futuro della nostra umanità. Il modo in cui ci relazioniamo ai bambini, la misura in cui rispettiamo la loro innata dignità umana e i loro diritti fondamentali - ha spiegato -, esprimono quale tipo di adulti siamo e vogliamo essere e quale tipo di società vogliamo costruire".

Il Pontefice ha specificato che "il lavoro minorile non è da confondere con le piccole mansioni domestiche che i bambini, nel loro tempo libero e in base alla loro età, possono svolgere nell'ambito della vita familiare, per aiutare genitori, fratelli e nonni o altri membri della comunità. Queste attività - ha osservato - sono in genere favorevoli al loro sviluppo, perché consentono di mettere alla prova le proprie capacità e di crescere in consapevolezza e responsabilità".

"Il lavoro minorile è tutt'altra cosa!", ha esclamato. "La povertà estrema, la mancanza di lavoro e la conseguente disperazione nelle famiglie - ha sottolineato - sono i fattori che espongono maggiormente i bambini allo sfruttamento lavorativo". E "se vogliamo sradicare la piaga del lavoro minorile, dobbiamo lavorare insieme per debellare la povertà, per correggere le storture del sistema economico vigente, che accentra la ricchezza nelle mani di pochi".

"Dobbiamo incoraggiare gli Stati e gli attori del mondo imprenditoriale - ha insistito il Papa - a creare opportunità di lavoro dignitoso con salari equi, che consentano di soddisfare le necessità delle famiglie senza che i figli siano costretti a lavorare. Dobbiamo unire i nostri sforzi per favorire in ogni Paese un'istruzione di qualità, gratuita per tutti, così come un sistema sanitario che sia accessibile a tutti indistintamente".

Per Francesco, "tutti gli attori sociali sono chiamati in causa per contrastare il lavoro minorile e le cause che lo determinano". Il Pontefice ha quindi esortato il Dicastero per lo Sviluppo umano integrale "a continuare in quest'opera di stimolo, di facilitazione e di coordinamento delle iniziative e degli sforzi già in atto a tutti i livelli nel contrasto al lavoro minorile". E ha ringraziato i partecipanti all'incontro per l'impegno in una causa che ha definito "una vera questione di civiltà".

​Il convegno in Vaticano

​Nessuno può sentirsi con la coscienza a posto fino a quando non si sarà fatto di tutto per eradicare il lavoro minorile, il primo dei diritti umani calpestati dei bambini. Da qui la necessità di «risvegliare le coscienze», come chiede il cardinale Peter Turkson, prefetto del dicastero per la Promozione dello sviluppo umano integrale, facendo eco al discorso del Papa (di cui riferiamo a parte) e definendo «uno scandalo che la vita opulenta di una parte del mondo sia ottenuta togliendo dignità alla parte più fragile del globo, cioè i bambini». Aprendo la conferenza internazionale "Eradicating child labour, building a better future" (Sradicare il lavoro minorile, costruire un futuro migliore), promosso dalla Commissione vaticana Covid-19 del dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale insieme con la missione permanente della Santa Sede presso la Fao, il porporato invita a chiedersi «quanti prodotti che usiamo o mangiamo sono ottenuti sfruttando dei bambini» e a fare in modo che si operi insieme perché «nessun bambino possa perdere tutte le esperienze dell’infanzia», come la socializzazione e la scuola.
Nel mondo infatti «ci sono circa 160 milioni di bimbi sfruttati e il 70% di loro è impegnato in lavori agricoli per sostenere la famiglia e la comunità». Maximo Torero, capo economista della Fao, lega la questione del lavoro dei bambini direttamente con la povertà, ecco perché «una delle strade da seguire è creare opportunità di lavoro per i genitori e intensificare gli sforzi per far andare a scuola i figli».


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