giovedì 6 ottobre 2022
«Ci vuole un cuore gioioso e aperto alla speranza». Così papa Francesco ricevendo in udienza i partecipanti al Convegno di studio "La Santità Oggi"
Papa Francesco durante l'udienza con i partecipanti al convegno "La santità oggi" promosso dal Dicastero per le Cause dei Santi, Città del Vaticano

Papa Francesco durante l'udienza con i partecipanti al convegno "La santità oggi" promosso dal Dicastero per le Cause dei Santi, Città del Vaticano - Ansa / Ufficio Stampa Vaticano

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"Non si diventa santi con il 'muso lungo': ci vuole un cuore gioioso e aperto alla speranza". Così papa Francesco ricevendo in udienza i partecipanti al Convegno di studio "La Santità Oggi" promosso dal Dicastero delle Cause dei Santi. "Questo dono divino ci apre alla riconoscenza e ci consente di fare esperienza di una gioia grande, che non è l'emozione di un istante o un semplice ottimismo umano, ma la certezza di poter affrontare tutto con la grazia e l'audacia che provengono da Dio. Senza questa gioia la fede si riduce a un esercizio opprimente e triste", ha sottolineato il Pontefice.​

Quindi "ci vuole un cuore gioioso e aperto alla speranza", ha continuato Francesco che ha indicato come esempio di una "santità ricca di buon umore", il neo-beato Giovanni Paolo I. "Per i ragazzi e i giovani è un modello di gioia cristiana anche il Beato Carlo Acutis. E sempre ci edifica nella sua paradossalità evangelica la 'perfetta letizia' di San Francesco d'Assisi", ha aggiunto.

"La santità germoglia dalla vita concreta delle comunità cristiane. I Santi non provengono da un 'mondo parallelo'; sono credenti che appartengono al popolo fedele di Dio e sono inseriti nella quotidianità fatta di famiglia, studio, lavoro, vita sociale, economica e politica", ha continuato il Papa.

"Un santo triste è un triste santo", ha aggiunto a braccio "Sapere godere la vita con un senso dell'umorismo, prendere la parte che fa ridere della vita, questo alleggerisce l'anima", ha sottolineato il Pontefice che ha poi invitato i presenti a pregare la preghiera di San Tommaso Moro ("io da più di 40 anni la prego tutti i giorni") che "incomincia dicendo 'Signore dammi una buona digestione e qualcosa da digerire'".

Ecco la Preghiera del buonumore di san Tommaso Moro

Signore, donami una buona digestione e anche qualcosa da digerire.

Donami la salute del corpo e il buon umore necessario per mantenerla.

Donami, Signore, un’anima semplice che sappia far tesoro di tutto ciò che è buono e non si spaventi alla vista del male ma piuttosto trovi sempre il modo di rimetter le cose a posto.

Dammi un’anima che non conosca la noia, i brontolamenti, i sospiri, i lamenti, e non permettere che mi crucci eccessivamente per quella cosa troppo ingombrante che si chiama “io”.

Dammi, Signore, il senso del buon umore. Concedimi la grazia di comprendere uno scherzo per scoprire nella vita un po’ di gioia e farne parte anche agli altri.

Amen

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