La Chiesa universale unita con la Veglia di Pentecoste celebrata a Gerusalemme sabato 22 maggio alle ore 16 (ora italiana, le 17 in loco). Lo ha annunciato papa Francesco stamattina, al termine del discorso ai nuovi ambasciatori non residenti accreditati presso la Santa Sede. La veglia sarà trasmessa in diretta su Vatican news a partire dalle 17.
Il Papa invita le Chiese di tutto il mondo a pregare e a implorare la pace in Terra Santa, unendosi alla celebrazione promossa dagli ordinari cattolici nella Città Santa. "Il mio pensiero - ha detto Francesco - va a quanto sta accadendo in questi giorni in Terra Santa. Ringrazio Dio per la decisione di fermare gli scontri armati e auspico che si percorrano le vie del dialogo e della pace. Domani sera, gli ordinari Cattolici di Terra Santa celebreranno insieme ai loro fedeli la Veglia di Pentecoste nella chiesa di Santo Stefano a Gerusalemme, implorando il dono della pace".
"Colgo l'occasione - ha aggiunto il Papa - per chiedere a tutti i pastori e i fedeli della Chiesa cattolica di unirsi a loro in preghiera. Che si elevi in ogni comunità la supplica allo Spirito Santo affinché israeliani e palestinesi possano trovare la strada del dialogo e del perdono, per essere pazienti costruttori di pace e di giustizia, aprendosi, passo dopo passo, a una speranza comune, a una convivenza tra fratelli. Queste ultime parole riecheggiano l'appello per la pace in Terra Santa già rivolto domenica scorsa.
Via tweet: imploriamo il dono della pace
"Domani sera si celebrerà la Veglia di Pentecoste nella chiesa di Santo Stefano a Gerusalemme per implorare il dono della pace. #PreghiamoInsieme, supplicando lo Spirito Santo affinché israeliani e palestinesi possano aprirsi ad una convivenza tra fratelli". È l'appello che il Pontefice lancia via tweet.
L'adesione della Cei
La Chiesa che è in Italia si unisce alla veglia di preghiera che si terrà a Gerusalemme sabato 22 maggio alle ore 17. “Invochiamo lo Spirito di pace – afferma il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei – perché illumini e sostenga il processo di pacificazione nella Terra Santa. In questo momento storico siamo tutti chiamati a costruire la pace e a impegnarci perché non si perda la consapevolezza della fratellanza universale che unisce i popoli, al di là di ogni credo. La Chiesa che è in Italia è vicina al Patriarcato latino di Gerusalemme e a tutto l’Episcopato cattolico di Terra Santa: non possiamo restare indifferenti di fronte alla sofferenza di così tante persone che c’interpella e ci scuote nel profondo. Il 22 maggio saremo in preghiera con un pungolo in più: ricorre, infatti, la festa di santa Rita da Cascia, la Santa dell’impossibile, la Santa del dialogo tra le fazioni in lotta e della preghiera fiduciosa a Dio, nella convinzione che se a Lui ci si affida tutto può accadere. E allora, con la stessa fede salda della Santa nella supplica all’Altissimo, uniamo le nostre preghiere da tutte le Chiese particolari, affinché si levi con forza l’appello alla pace tra i popoli del Mediterraneo, a partire dai luoghi martoriati della Terra Santa”.
La Veglia ecumenica con i cristiani di tutto il mondo
Topeka, negli Stati Uniti, Roma, Buenos Aires e Gerusalemme. Oggi, dalle 21 (ora italiana), la Veglia Ecumenica di Pentecoste si svolgerà online in queste quattro città e unirà virtualmente tutto il mondo: milioni di cristiani, appartenenti a diverse denominazioni, invocheranno insieme lo Spirito Santo per chiedere una nuova Pentecoste per tutta la terra. L’evento è organizzato da Charis, organismo internazionale di servizio voluto dalla Santa Sede per sostenere il Rinnovamento carismatico cattolico nella sua missione, e prevede anche una riflessione dell’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, e un videomessaggio finale di papa Francesco.
L’evento è trasmesso on line sui canali social e sul portale di Vatican News.
“Nella veglia ecumenica di quest’anno – racconta Pino Scafuro, moderatore di Charis - cercheremo di dare spazio alle testimonianze dei cristiani nel mondo. Ma non solo: nel nostro cuore ci sarà tutta l’umanità ferita dalle malattie, dalle guerre, dalla crisi economica”. Ecco, allora, che l’invocazione dello Spirito Santo sarà tanto forte quanto sono forti i mali e le sofferenze della terra: “Noi crediamo nella promessa fatta da Gesù di inviarci il suo Spirito. È una promessa vera, non sono solo belle parole. La forza del Signore arriverà dall’alto”, afferma Scafuro.