Papa Francesco e il Papa emerito Benedetto XVI - © Vatican Media/Ag.Siciliani
Benedetto XVI «si sedette a un tavolo, sopra c'erano un grosso scatolone e una cartellina. "Questi sono gli atti dell'inchiesta". Si riferiva alle conversazioni dei tre cardinali "investigatori" sul caso Vatileaks. C'era di mezzo una vera e propria cricca. C'era chi manovrava, chi raggirava... Tra le vittime ci fu anche l'allora cardinale Pietro Parolin, volevano impedire la sua nomina a segretario di Stato». Così papa Francesco racconta il suo primo incontro con Joseph Ratzinger-Benedetto XVI dopo la sua elezione. Il testo, pubblicato in anteprima dal quotidiano Repubblica è un estratto dal libro Il successore. I miei ricordi di Benedetto XVI, uscito nei mesi scorsi in Spagna (Avvenire ne aveva dato conto prima della pubblicazione , e poi, in un secondo tempo, al momento della pubblicazione in lingua spagnola) e ora in italiano da Marsilio, frutto di tre conversazioni fra il Pontefice argentino e Javier Martínez-Brocal, vaticanista del quotidiano spagnolo ABC, avvenute tra luglio 2023 e gennaio 2024.
«Chi sbaglia va perdonato e si volta pagina. Tutt'altra questione sono gli ostinati. C'erano alcune persone con ruoli di secondo piano che avevano le mani in pasta. Tomko, De Giorgi e Herranz indagarono per mesi e presentarono le loro conclusioni soltanto a Benedetto XVI. Per questo quel giorno a Castel Gandolfo Benedetto volle spiegarmi personalmente le conclusioni a cui erano giunti i tre cardinali».
«Dopo la pubblicazione del libro del cardinale Robert Sarah - così si legge in un altro passaggio del libro - fui costretto a domandare al segretario di Benedetto che facesse richiesta di "congedo volontario" o "aspettativa volontaria". Dopo questa esperienza, e altre, decisi di sciogliere immediatamente la segreteria papale. I miei due segretari collaborano anche con altri dipartimenti e mi aiutano solo part time. Restano con me per 4 o 5 anni, poi vengono sostituiti. Avere un segretario onnipotente non è una cosa buona. Fare il segretario è difficilissimo. Un buon segretario ti aiuta senza lasciare traccia di sé».
Sui motivi della rinuncia al papato da parte di Benedetto XVI, Francesco spiega: «Lo so perché è stato lui stesso a dirmelo. Ha rinunciato per onestà. Sentiva che le forze lo stavano abbandonando, ed era un problema. Non era per nulla attaccato al potere. Alcuni mi chiedono se anch'io ho intenzione di rinunciare. È una possibilità reale, ma per il momento non ne sento la necessità».